L’ITALIA RENZIANA

L‘Esecutivo ha avuto la fiducia del Parlamento. Ora vedremo se seguiranno mutamenti nelle strategie politiche nazionali. Non ci sentiamo di scrivere su un ridimensionamento dei partiti, ma l’atmosfera che si respira è proprio questa. Sino all’autunno scorso, pur con la bufera economica già in piena evoluzione, tra la Maggioranza e l’Opposizione, il dialogo, pur tra sordi, sembrava avviato. L’Esecutivo pareva poter tirare avanti, mentre in Eurolandia la nostra situazione economica già era allo sfascio. Col senno del poi, forse si attendeva un Governo di transizione. Invece, è stato tutto differente. Ci siamo trovati a vivere una realtà mai vissuta in precedenza. L’Esecutivo Letta è crollato per volontà del suo stesso Partito. In pochi giorni, il Sindaco di Firenze è riuscito a formare una ”squadra”, incassando la fiducia di un Parlamento destinato a cambiare. A detta di chi sapeva, non c’erano altre scelte per evitare il crollo dell’economia nazionale e non solo di quella. Ora, il Governo dovrà dimostrare la sua “forza” reale. Se non altro, la solita logica del potere è stata sostituita dalla filosofia renziana. Senza, apparenti, ripensamenti. I prossimi mesi saranno decisivi per verificare se Renzi sia in grado di portare concreto beneficio al Paese. Saranno settimane vitali per accertare se l’Italia avrà ancora le carte in regola per rimanere in UE senza essere declassata in un ruolo secondario. La nostra sensazione, a pochi mesi dalle Consultazioni Europee, ha ancora confini sfumati e non riusciamo a concepire un taglio netto tra politica economica e psicologia del potere. La penisola è “malata”. Si conoscono le cause del suo male ed anche le possibili terapie. Lo Staff di Renzi riuscirà a portare avanti quelli che definiamo i rimedi”sovrani”? Certo è che, pur con tutti i suoi limiti, il Parlamento avrà grosse responsabilità nei confronti di questo Esecutivo. Come evolverà l’Italia con Renzi? Certamente, ma già lo abbiamo scritto, non sarà più quella di prima. Passato in secondo piano il Federalismo, in una penisola che ha sempre maggiori difficoltà a coniugare il pranzo con la cena, il rigore potrebbe essere la norma di domani. Forse, saranno le nuove generazioni a trovare una diversa armonia in quest’Italia del XXI Secolo così diversa dal Paese che abbiamo seguito in tanti anni d’analisi politica. Se, dopo la cura, la Penisola troverà un nuovo equilibrio, e tutti lo speriamo, sarà uno Stato meno allineato alle consuetudini mediterranee ed alle “pensate” nostrane. Non proprio in “sordina”, con il tramontare della XVII Legislatura, la politica, così come l’abbiamo conosciuta, dovrebbe andare in “pensione”. Dopo, sarà il ruolo economico, dentro e fuori i confini nazionali, a stabilire, nel più ampio principio di democrazia, le nuove regole. Si prospetta, così, una penisola nuova che neanche i nostri migliori Statisti potevano immaginare. Affrontarla e viverla sarà un’altra avventura. Sempre che la XVIII Legislatura non “resista” solo al varo della nuova legge elettorale e la riforma del sistema contributivo/fiscale. Anche per Renzi, il “contratto” con l’Italia potrebbe essere a termine.

Giorgio Brignola

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