Sulle Province: nessuna ambizione di convincere, piuttosto la speranza di insinuare un ragionevole dubbio

Onorevoli Senatrici e Senatori della Repubblica,

quale dipendente di una Provincia italiana, ora che il “DDL Delrio” sembra essersi avviato verso una facile quanto rapida soluzione (e non dissoluzione come avrei al contrario auspicato e il progetto – credo – ampiamente meritato), mi permetto di inviare loro, con alcuni ritocchi per la particolare occasione, le risposte personalmente fornite ad un questionario breve sul tema “Province commissariate”, predisposto dalla collega Maria Cristina Vennera.

Adesso che è pratica all'apparenza meritoria, ho l'ambizione di sperare che intenderanno rivolgere alcuni minuti del loro tempo a questa missiva elettronica, almeno come forma di cortesia nei riguardi della collega che ha profuso particolare impegno nella predisposizione dell'intervista.

Questionario per i dipendenti delle province commissariate – Valutazione sulla organizzazione Indagine per Project Work di Maria Cristina Vennera

(1)
Valuta migliorata la gestione complessiva dell'Ente nel periodo commissariale?
1 = no, anzi è peggiorata
2 = non è cambiato nulla
3 = sì, in parte
4 = sì, ma si potrebbe fare meglio
5 = sì, decisamente

RISPOSTA
1 = No, anzi è peggiorata

(2)
L'aspetto di non avere un organo politico provinciale eletto democraticamente ha influito positivamente o negativamente nel suo lavoro?

Positivamente, perché non avendo un consiglio non si è esposti a controlli politici né ad interrogazioni
Positivamente, perché le decisioni sono prese più velocemente dal commissario
Non è cambiato nulla
Negativamente, perché non c'è una strategia di lungo termine
Negativamente, perché le decisioni vengono prese senza supporto politico
Altro:
RISPOSTA – Altro
Negativamente, perché non c'è strategia di lungo termine, le decisioni (anche politiche prese dai tecnici – se le prendono!) sono adottate senza alcun supporto politico e – soprattutto – senza aver più alcun peso/rispetto (pure politico) verso terzi (pubblici e privati).

(3)
Quali problemi seconde lei hanno incontrato i dirigenti nel gestire un ente commissariato e dunque in assenza di organi politici?

RISPOSTA [non aperta; selezionabile tra “opzioni chiuse”]
Hanno dovuto prendere delle decisioni non solamente gestionali ma anche politiche e di programmazione.

(4)
Secondo lei, la mancata elezione del presidente della provincia e del consiglio da parte dei cittadini, inciderà negativamente nella gestione dell'ente di area vasta?

sì, negativamente perché i cittadini non ne hanno la rappresentanza politica
positivamente perché ho fiducia nei sindaci e consiglieri comunali probabili candidati ai vertici provinciali
Altro:

RISPOSTA – Altro
Sì, negativamente perché i cittadini non hanno la rappresentanza politica. Inoltre si contravviene la Carta Europea dell'Autonomia Locale, ratificata integralmente con Legge dello Stato n. 439/1989, vincolante ai sensi dell'articolo 117 comma 1 della Costituzione (c.d. norma interposta).

(5)
Secondo lei, è giusto nominare dei subcommissari tra il personale interno dell'ente?

sì perché si evitano dei costi per gli incarichi prefettizi
no perché i subcommissari devono essere soggetti esterni e imparziali
mi è indifferente, perché non prevedo nessun cambiamento sostanziale
sì, ma deve essere garantita una procedura concorsuale interna all'ente per le nuove nomine
Altro:
RISPOSTA – Altro
No, i subcommissari devono essere soggetti esterni e imparziali. Piuttosto deve evidenziarsi l'uso ordinario e distorto di uno strumento straordinario ex articolo 141 TUEL (dove si prevede un elenco TASSATIVO di casi per il commissariamento). Non si rinviene la fattispecie del commissariamento (stra)ordinario “anche in attesa di una riforma”, pratica sinora operata con disinvoltura sconcertante e avvilente, per le Istituzioni, chi le serve e rappresenta.

(6)
Trova peggiorato il rapporto di collaborazione tra le stesse province, tra provincia e enti regionali/enti comunali durante il commissariamento?
indicare si/no e il perché

RISPOSTA
Sì, perché lo stratificarsi di norme dettate dall'emergenza (economica) e dall'opportunità partitico-politica, spesso contraddittorie (nel tempo alcune dichiarate addirittura incostituzionali; rif. sentenza Corte Costituzionale n. 220/2013), ha determinato uno stato di confusione fuori e dentro l'Amministrazione provinciale. A nocumento sia della operatività quotidiana interna sia dei servizi resi all'esterno.
Credibilità e peso (funzionale/politico) dell'Ente sono stati gravemente compromessi (a danno di tutti, Istituzioni in primis).
Se l’obiettivo, come appare, era (ed è) quello di rendere inutile un ente costitutivo della Repubblica, questo è stato perseguito con una tenacia che, forse, sarebbe stato più proficuo rivolgere verso le migliaia di enti strumentali estremamente costosi (rif. Il Sole 24 ORE, 14 ottobre 2013: “Sul taglio degli enti vince il rinvio di Gianni Trovati”, “Società pubbliche, corsa senza freni di Antonello Cherchi”, “La multinazionale della partitocrazia di Alberto Orioli”, “Dallo Stato alle Regioni, ma i conti vanno in rosso di Vera Viola”), fuori da ogni controllo democratico (per cui non sono previste elezioni a suffragio universale diretto) che, in un ottica di necessaria, immediata razionalizzazione, non avrebbero imposto, per il loro riordino, dubbi, tempistiche e criticità di carattere costituzionale.

(7)
Dalle notizie di cui si è a conoscenza può fare un commento sulla riforma Delrio in via di approvazione?

RISPOSTA
Operazione di “riforma” a carattere politico (come candidamente ammesso dal relatore Sen. Pizzetti nella introduzione delle linee generali del provvedimento in I Commissione Senato; “Il relatore PIZZETTI (PD) ricorda anzitutto l’importanza politica della nuove disposizioni presentate dal Governo sulle Città metropolitane […]”, Legislatura XVII – I Commissione permanente – Resoconto sommario n. 84 del 08/01/2014). Privo di qualsivoglia concretezza circa i tanto agognati risparmi, come certificato nei pareri resi dalla Corte dei conti, anzi a rischio di produrre maggiori oneri.
Mancano le basi per un processo di riforma che ambisca ad essere tale: non è stata operata alcuna ricognizione delle funzioni (proprie, delegate e conferite o comunque vogliano qualificarsi) delle Province.
Nel testo del DDL si rinvia all'adozione di appositi provvedimenti attuativi, anche per il trasferimento delle funzioni, con il rischio concreto di confliggere (incostituzionalità) con le previsioni dell'articolo 118 comma 2 della Carta costituzionale (“Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri [“solo” atto di alta amministrazione] dispone anche direttamente in ordine alle funzioni amministrative delle province in materie di competenza statale.”, articolo 17 comma 8).
L'operazione di svuotamento/depauperamento/denaturazione delle Province lede la condizione di pari dignità costituzionale con evidenza sancita dall’articolo 114 della Carta stessa, nonché il principio (fondamentale della Repubblica) di cui all'articolo 5 Costituzione (“La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.”). A tal proposito, sottolineo: la Repubblica “riconosce e promuove”, non “istituisce”, ciò a significare ed intendere il riconoscimento – appunto – di realtà preesistenti (come con acume argomentato dal Dott. Daniele Trabucco dell’Università degli Studi di Padova).
Tale approccio, infine, oltre ad interrompere ed invertire inspiegabilmente il percorso di riorganizzazione già avviato con la Carta (italiana) delle Autonomie Locali (vedasi tra gli altri la Legge n. 42/2009), è stato stigmatizzato dal Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d'Europa con la raccomandazione n. 337/2013.

(8)
Decreto “svuota-province”: crede che i mass media e le testate giornalistiche stiano dando il giusto spazio ai movimenti pro Province?


no
non saprei
RISPOSTA
No.

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Perché tutto ciò?
Il lavoro deve avere e dare dignità, non di meno quando si tratta di Istituzioni e di chi, attraverso queste, ha il dovere di servire il Paese con disciplina ed onore (articolo 54 Costituzione); altrimenti è mercenarismo.

Confido di non aver arrecato eccessivo disturbo e resto a loro disposizione per quanto riterranno opportuno.

Infine, faccio presente che, salvo diversa indicazione, questa e-mail e l’eventuale corrispondenza che dovesse seguire potranno essere essere pubblicate nello spazio internet “Le Amministrazioni provinciali della Repubblica Italiana: un pezzo di Patria da salvare”, di cui sono amministratore.

Distinti saluti.

Paolo Tognetti (dipendente dell'Amministrazione provinciale di Ancona, 338/3339567)

«Solo gli imbecilli non hanno dubbi»
«Ne sei proprio sicuro?»
«Non ho alcun dubbio!»
Luciano De Crescenzo


Blog delle Amministrazioni provinciali della Repubblica Italiana

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