L’INTERROGATIVO DELLA POLITICA

In quest’Italia dei compromessi, sempre meno condivisibili, torna alla ribalta, prepotentemente, un interrogativo che arrovella tutti quelli che, ancora, credono nel futuro del Bel Paese: cosa si può sperare dalla politica italiana? Su un vocabolario, alla parola “politica” leggiamo: “Insieme di principi che consentono di gestire l’attività dello Stato”. Definizione, magari schematica, ma da un vocabolario non si può pretendere di più. Così, prima di dare una nostra risposta all’interrogativo, abbiamo preferito riflettere. Dato che i pareri scritti valgono di più di quelli verbali. Per principiare, c’è da riconoscere che l’interrogativo, nella sua scarna esposizione, è parecchio complesso e, certamente, meriterebbe interventi assai più qualificati del nostro. Pur riconoscendolo, non ci sottraiamo alla domanda. Per noi, politica significa coerenza e dignità. Del resto, quando ci s’interessa, o ci si dovrebbe interessare, ai problemi degli altri, si fa politica. L’assioma è, però, correlato al management della stessa. A scriverlo, tutto sembrerebbe lineare e scontato. In realtà, la questione è assai più complessa; anche perché gli eventi socio/politici del nostro Paese si modificano con un ritmo imprevedibile e non sempre coerente. Se questo à l’antefatto che ci si presenta, la domanda ritorna in tutta la sua complessità: “Cosa si può sperare dalla politica nazionale?” Per libera scelta, seguitiamo a riportare i fatti nello spirito del “non allineamento”. Di sicuro c’è che il “teatrino” politico nazionale non ci presenta, come in realtà siamo, in Europa e nel Mondo. Ci sono ancora troppi “vincoli” da sciogliere, altri compromessi da immolare; anche se non tutti sono d’accordo. Una stretta di mano tra “fazioni” non garantisce un bel nulla. Perché la Democrazia consente a tutti di dire la loro, ma non permette “il caos” mascherato sotto l’egida del cambiamento. Quando, e se, fosse operativa l’attesa nuova Legge Elettorale, anche noi potremmo avere “qualcosa” da esternare. Nel frattempo, non ci resta che continuare la nostra osservazione, con la sensazione che i cambiamenti, questa volta, ci saranno. Anche se più per necessità che per convinzione.

Giorgio Brignola

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