Francesco Sarcina de Le Vibrazioni al festival di Sanremo

Milano. “Dobbiamo farci forza per superare i guai che stiamo attraversando, continuare a soffrire e lottare ogni giorno contro tutto quello che non è stato fatto prima. Non dobbiamo fare come i nostri genitori ma guardare avanti, al futuro e pensare alle nuove generazioni, a cosa succederà a questo mondo tra venti o trent’anni se non faremo qualcosa per salvarlo, con un sorriso, perché il sorriso è bello ed è destinato a rimanere”.

Francesco Sarcina de le Vibrazioni ha parlato così della canzone “Nel tuo sorriso” che presenza al festival di Sanremo.

È dedicata a mio figlio Tobia di 7 anni e la considero adatta per Sanremo – ha poi continuato – Quando era piccolo non conosco le ninne nanne e me le inventavo cambiando parole e musica ogni sera, con il risultato che rimaneva sveglio invece di addormentarsi. Poi un giorno è nata questa canzone che ho voluto dedicare esplicitamente a lui”.

L’altra canzone che Sarcina presenta a Sanremo è “In questa città”.

Sono nato e cresciuto a Milano e racconto la visione intima e personale della città riflettendo su quanto sia alienante viverci – ha esternato – A volte può creare una sorta di assuefazione, ti costringe a fare cose che per libera scelta non faresti ed ora ho deciso di andare a vivere fuori Milano, rifuggendo da tutte le distrazioni, una scelta d’amore per riassaporare certi odori, sapori, sentimenti”.

Le aspettative di Francesco Sarcina da questo Sanremo non sono tante.

“Già sono molto contento di parteciparvi perchè non ci dovevo essere, sono arrivato per ultimo e l’ho scoperto su Twitter: stavo andando in Messico dove ho un terreno – ha rivelato – È una grande vittoria per me, una soddisfazione perchè esce l’album a fagiolo. Il grande pubblico del festival si renderà conto della mia crescita artistica e della mia maggiore maturità”.

Sarcina hai deciso di intraprendere la carriera solista dopo l’esperienza con Le Vibrazioni.

“Quando ero giovanissimo scrivevo le canzoni in sala prove e poi ho creato la band perché ero in dubbio se fare il solista e così abbiamo iniziato insieme – ha riflettuto – Mi è tornata la voglia di essere da solo dopo il ‘best of’ con Le Vibrazioni: ero n una fase di ripensamento, anche perché ho sempre scritto da solo tutte le canzoni del gruppo che per il momento é un capitolo fermo e ho voglia di confrontarmi con me stesso”.

Particolare il titolo dell’album “Io” in uscita durante il festival.

“È nato scherzosamente in studio – ha confessato – Con ironia, sono nato io, Le Vibrazioni sono io. Poi si può tirare in ballo la teoria freudiana dell’Es, Io e Super Io, là dove l’Es rappresenta la parte primordiale, quella più legata all’istinto, il Super Io è quell’insieme di codici comportamentali che guidano le nostre vite, mentre l’Io è ciò che più si avvicina alla concezione di sé. Ma il titolo può essere letto anche come 10, come il numero delle canzoni dell’album”.

Sono molto vari i temi dell’album.

“L’ho scritto dopo un sacco di cose – ha detto – É arrivato dopo la perdita di mio padre e c’è tanto del mio papà; ho preso quell’identità nonostante sia sempre stato figlio e mi sono ritrovato ad essere padre, che per me è stata una presa di coscienza. Ci sono pezzi molto riflessivi ma ce ne sono anche allegri, con deliri notturni, da viveur. Queste canzoni mettono insieme il sacro e il profano, cercano di far convivere la spiritualità esoterica con la carnalità più pura. Dentro c’è il mio mondo, ci sono le mie esperienze, le emozioni che vivo giorno dopo giorno”.

Franco Gigante

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