Inaugurazione Anno Giudiziario 2014, il CNF: “Rispetto per l’Avvocatura. Ecco le nostre proposte per la razionalizzazione del sistema a tutela dei diritti dei cittadini: vanno accolte subito senza ulteriori ritardi”

Il presidente Guido Alpa in Corte di cassazione venerdì 24 gennaio; il consigliere segretario Andrea Mascherin in Corte d’Appello a Cagliari sabato 25. E gli altri Consiglieri nelle diverse Corti d’appello. Di fronte, in Cassazione, il Presidente della Repubblica e il Ministro Guardasigilli, presente anche a Cagliari. E poi tutte le più alte cariche dello Stato: il presidente del Senato, il presidente della Camera, ministri, autorità.
Dinanzi a loro, in occasione del rito annuale delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario, il CNF ha fatto sentire la voce dell’Avvocatura: la voce propositiva nonostante il grave disagio che sta vivendo, nei tribunali a causa delle cosiddette riforme; nella vita, a causa della grave crisi economica; una voce che non recede dalla richiesta di un dovuto rispetto, da parte di tutti i poteri dello Stato e all’interno della giurisdizione.
Una voce propositiva che ha messo sul tappeto proposte concrete, che bisogna “accogliere adesso, senza ulteriori ritardi”: nuovi sistemi alternativi al processo; camere arbitrali presso gli Ordini forensi, presenza obbligatoria degli avvocati nell’ufficio legislativo del Ministero della giustizia; la possibile partecipazione degli avvocati allo smaltimento dell’arretrato civile, attraverso la stesura di sentenze.
Proposte sulle quali tutta l’Avvocatura si è ritrovata negli interventi che si sono svolti nelle varie sedi.
Il presidente Alpa, nella sua relazione, ha invocato la necessità di “rispetto delle garanzie di indipendenza e autonomia che all’avvocatura riconosce la legge forense in relazione alla specificità della funzione difensiva”, sottolineando che i problemi della giustizia non si risolvono per decreto o sanzionando avvocati. “Dobbiamo superare l'impasse nel segno del reciproco rispetto”, ha auspicato Alpa riferendosi ai rapporti tesi con il ministro guardasigilli.
Il presidente ha anche evidenziato l’inefficacia degli interventi normativi che, con “ritmo incalzante”, si sono susseguiti sul processo civile con il solo risultato di “complicare” i problemi aperti (vedi successiva news I veri dati del processo civile).
Il Guardasigilli nel suo intervento ha scandito un passaggio chiaro nelle parole ma che l’Avvocatura si aspetta tramuti in fatti: “Non vi possono esserci equivoci sul ruolo fondamentale che va riconosciuto agli avvocati italiani, presidio di libertà del cittadino ed essenziale strumento di protezione degli interessi individuali e collettivi coinvolti nei processi” ha detto la Cancellieri, che ha sottolineato “l’importanza di una positiva e costante interlocuzione”.
Al consigliere segretario Mascherin il compito di disegnare il perimetro di questa interlocuzione con il CNF. “Occorre ripartire da due punti fermi: non favorire l’accesso alla giustizia solo per censo e fare le riforme con l’Avvocatura e con tutti i soggetti della giurisdizione”, ha indicato Mascherin nel suo intervento presso la Corte d’appello di Cagliari. “Occorre rifiutare la logica che porta a sacrificare la solidarietà per i più deboli, e i diritti deboli, quelli antieconomici, quelli che non vale la pena tutelare perché “improduttivi”.
Una logica suggerita al Governo “da tecnocrati, burocrati, economisti, creatori di valori consumisti e non di valori solidali. L’Avvocatura ha certamente il diritto di protestare e ha il diritto di sentirsi tradita dal ministro, dal suo ministro, se questi diserta gli incontri con la stessa, se non l’ascolta e pare preferire ascoltare altri”. ha detto Mascherin.
Una logica nella quale gli Avvocati, che credono nel loro ruolo di custodi dei diritti, non possono riconoscersi.
Le proposte sono sul tavolo del Ministro e in Parlamento: negoziazione assistita, translatio judicii per il passaggio, a istanza delle parti, del giudizio pendente presso una Camera arbitrale istituita presso i Consigli dell’Ordine, processo telematico. La presenza obbligatoria di avvocati nell’ufficio legislativo del ministero della giustizia, oggi solo a discrezione del ministro, senza oneri per lo Stato ma a carico del CNF.
Questa serie di proposte articolate e senza oneri per lo Stato potrebbe aprire la strada ad una “discesa in campo” dell’avvocatura, che ha i numeri e le competenze per contribuire, collaborando alla stesura delle sentenze, allo smaltimento dell’arretrato civile non in tempi brevi, bensì brevissimi.
Nel settore penale bisogna “affrontare il cuore del problema, ovvero la necessità di giungere ad un sistema penale minimo e nel quale è il giusto processo a dover avere una ragionevole durata”.

Una voce propositiva che ha messo sul tappeto proposte concrete, che bisogna “accogliere adesso, senza ulteriori ritardi, perché non è vero che non è mai troppo tardi”, ha detto Mascherin.

A Cagliari, dopo Mascherin, sono intervenuti i vertici di tutte le rappresentanze dell’avvocatura, e tutte hanno espressamente condiviso le proposte del CNF, dando così il segnale forte di un’avvocatura che parla un unico linguaggio, nell’interesse del Paese.

Leggi Intervento Presidente Alpa- Cassazione 24_1_2014
Leggi Intervento Consigliere segretario Mascherin- Cagliari 25_1_2014

I veri dati sul processo civile: durata aumentata di due anni e costi oltre il 180%. Presentato l’Osservatorio permanente sulla giurisdizione del CNF. Venti le Istituzioni che hanno già aderito

Negli ultimi 8 anni sono stati 17 gli interventi legislativi sul processo civile. Ma i tempi di durata sono aumentati di due anni.
E’ come se sul processo civile si fosse abbattuto uno “tsunami” di norme. Ma alla fine il saldo (in termini di tempi durata) è negativo: a fronte di 17 modifiche al codice di procedura civile, la durata media dei procedimenti di cognizione ordinaria in primo e secondo grado è aumentata di circa 2 anni (da 5,7 anni nel 2005 a 7,4 nel 2011).
E’ negativo anche in termini di costi, che sono lievitati del 55,62% per il primo grado, del 119,15% in appello e del 182,67% in Cassazione (contributo unificato pagato dal 2002 al 2012).
Sono queste le risultanze, su dati provenienti dal Ministero della Giustizia, elaborate dal Consiglio Nazionale Forense e rese note giovedì scorso alla Camera dei deputati in occasione della presentazione ufficiale dell’Osservatorio permanente sulla giurisdizione, organismo previsto dalla riforma dell’ordinamento forense.
Dati impressioni che, infatti, sono stati ripresi da altre rappresentanze dell’Avvocatura e che hanno sollecitato l’attenzione di rappresentanti della magistratura.
“L’Avvocatura vuole contribuire al dibattito sulla efficienza della giustizia, con progetti ragionevoli e credibili. Il debito giudiziario di 9 milioni di processi pendenti e il debito finanziario di 387 milioni solo nel 2013 per la irragionevole durata, appesantiscono il lavoro e l’impegno anche degli Avvocati, come professionisti e come cittadini. In questo contesto è pressoché impossibile dare risposta alle legittime richieste di tutela dei cittadini”, ha dichiarato il presidente, Guido Alpa.
All’Osservatorio, che ha il compito proprio di riordinare i dati e darne letture obiettive per la comprensione delle questioni reali e per la proposizione di riforme veramente efficaci, hanno finora aderito nominando propri rappresentanti: il Ministero della Giustizia, la Corte Costituzionale,la Corte di Cassazione e la Procura generale, il Cnel, il Csm, il CdS, la Corte dei Conti, il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, la Banca d’Italia; e ancora il Consiglio nazionale dei consumatori e utenti, l’Abi, l’Anci, l’Istat, l’Avvocatura generale dello Stato, la Conferenza dei presidi delle facoltà di giurisprudenza, il Ccbe e l’ European law Institute, le Associazioni dei giudici di pace, l’Unioncamere.
L’organismo inoltre promuoverà la istituzione di Osservatori locali presso gli Ordini forensi e si avvarrà anche degli avvocati che compongono i Consigli giudiziari.
“Il dibattito sull’efficienza della giustizia è apparso a volta affastellato e confuso, basato su dati la cui raccolta da parte delle istituzioni più varie (dal Cepej del Consiglio d’Europa alla Banca mondiale con il suo annuale rapporto Doing business), è avvenuta in maniera parziale, senza coinvolgere tutti gli operatori che lavorano negli uffici giudiziari. La logica della Banca mondiale degli investimenti, ispirata a criteri di economia aziendale e che pare determinare le scelte del legislatore italiano, non contribuisce a superare i problemi aperti”, ha spiegato Alpa.
Occorrono al contrario analisi obiettive tramite le quali verificare l’impatto di nuove riforme o valutarne con certezza i risultati, tenendo conto di tutti gli elementi (normativi-economici-amministrativi-organizzativi-logistici) e valutando con cura il rapporto costi/benefici.
Finora, la formula “magica” del legislatore pareva essere quella degli interventi sul codice di procedura. Ma gli effetti sono stati devastanti.
Il CNF ha censito qualche esempio di legislazione schizoide:
-Processo societario. Istituito nel 2003 con l’obiettivo di assicurare un rito snello e veloce a disposizione delle imprese, è stato esteso alle parti private che ne facessero istanza con il dl cd. Competivività nel 2005 per poi essere definitivamente abrogato sia per le imprese che per i privati con il dl collegato al decreto sviluppo nel 2009.
-Comunicazioni di cancelleria. L’articolo 136 del codice di procedura civile è stato modificato 6 VOLTE dal 2005 al 2012. Il comma 4 (relativo alle modalità di trasmissione tra le parti) è stato aggiunto nell’agosto del 2011, modificato nel settembre del 2011 e poi abrogato nel novembre del 2011.
-Riduzione e la semplificazione dei riti civili, introdotta con legge delega 69/2009, doveva ricondurre tutti i riti previsti dal codice di procedura civile ai tre modelli principali di processo ( ordinario-lavoro-sommario di cognizione). In realtà permangono “ben 28 procedimenti con forme e termini autonomi e differenti”. Con l’aggravante che “le vecchie” norme abrogate o modificate dalla delega continuano ad applicarsi alle cause pendenti alla data di entrata in vigore del decreto delegato. Quindi coesistono 28 ordini di termini e forme processuali
-Istanza di trattazione in appello e/o Cassazione a cura della parte interessata. Introdotta nel novembre del 2011 tra le misure “straordinarie” per lo smaltimento dell’arretrato, è stata modificata nel dicembre 2011 e abrogata nel gennaio 2012
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Geografia Giudiziaria, il 19 febbraio il CNF ha fissato un incontro con gli Ordini costituiti nei circondari soppressi

Funzionalità degli Ordini forensi presso i Tribunali soppressi alla luce della proroga al 31 dicembre 2014 e proposta di un disegno di legge che regolamenti la transizione delle attività a seguito della nuova geografia giudiziaria. Ma soprattutto ipotesi di “ultrattività”a decorrere dal primo gennaio 2015.
Nel gravissimo silenzio delle leggi che hanno riscritto la geografia giudiziaria, dimenticando gli Ordini forensi istituiti presso i Tribunali soppressi, il CNF prende la iniziativa per esaminare i possibili sviluppi che i 31 Ordini interessati potranno avere.Con questa intenzione, di condividere con loro stessi il prossimo futuro, il CNF ha convocato i presidenti per il 19 febbraio, presso la sede del CNF.
Il CNF ha più volte rilevato la gravità della omessa previsione legislativa riguardo alla sorte dei 31 Ordini ed è dovuto intervenire con pareri esplicativi per fornire indicazioni precise sulle questioni amministrative di tenuta degli albi, per evitare che si creasse caos sul territorio (Circolare CNF n. 21-C-2014).
Circolare CNF n. 3-2014 Incontro con gli Ordini costituiti nei circondari soppressi

Il coraggio della toga: consegnate alle famiglie degli avvocati Alberto Musy e Giuseppe Paladini le targhe alla memoria per aver onorato la categoria forense con il rispetto, fino al sacrificio estremo della vita, dei valori della professione

Si è tenuta venerdì, presso la sede amministrativa del Consiglio Nazionale Forense, la cerimonia per la consegna delle targhe alla memoria degli avvocati Alberto Musy e Giuseppe Paladino, esempio di integrità e coraggio, scomparsi nel 2013 il primo a seguito di un agguato; Paladino per aver soccorso in mare due ragazzi in difficoltà nell’ agosto scorso.
“Alberto Musy e Giuseppe Paladino hanno interpretato la loro professione come un ministero, nutrendolo di competenza ma soprattutto di etica. Per questo il Consiglio Nazionale Forense vuole ricordare pubblicamente queste due figure che sono esempio luminoso di un’Avvocatura che si nutre di virtù, chiede rispetto ed esprime solidarietà”, ha detto il presidente Guido Alpa aprendo la cerimonia alla presenza delle famiglie dei due avvocati e dei rappresentanti dell’Ordine forense di Sala Consilina, foro di appartenenza di Paladino.
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Crediti Formativi, firmata la Convenzione Italia/Belgio per il mutuo riconoscimento

Formazione sempre più europea per i legali della Unione europea grazie alle Avvocature dei Paesi membri. Giovedì scorso è stata firmata a Bruxelles la Convenzione per il reciproco riconoscimento dei crediti formativi tra Italia e Belgio.
Così, gli avvocati italiani che per ragioni di lavoro seguono corsi di formazione in Belgio potranno vedersi riconosciuti in Italia i crediti acquisiti; e viceversa.
Alla cerimonia per la firma hanno partecipato il capo della delegazione del CNF presso il Ccbe, Carlo Vermiglio, e il delegato del CNF alla formazione, Antonio De Giorgi e il presidente di Avocat.be, l’associazione rappresentativa degli ordini francofoni e germanofoni del Belgio, Patrick Henry. Era presente anche Aldo Bulgarelli, Presidente del Ccbe per il 2014.
Le parti firmatarie hanno convenuto di sviluppare un programma di scambio per la formazione professionale con un primo appuntamento previsto a Roma presso il CNF a novembre 2014 e un secondo a Bruxelles in aprile 2015.
La convenzione Italia/Belgio contribuisce ad allargare la rete europea del reciproco riconoscimento della formazione continua, andando ad aggiungersi alle convenzioni già stipulate dal CNF con i colleghi francesi, inglesi ed austriaci.
Questo importante evento consolida i rapporti del CNF con le avvocature straniere e fa seguito alle precedenti convenzioni in materia di formazione già sottoscritte dal CNF con i colleghi francesi, inglesi e austriaci, nonché allo scambio di informazioni in corso con i paesi del Nord Africa. Da ultimo il vicepresidente Vermiglio ha partecipato alla Rentreé du barreau de Tunisie, organizzata dall’Ordine nazionale degli avvocati tunisi ad Hammamet anche in segno di vicinanza al percorso che la Tunisia ha imboccato verso un sistema democratico e costituzionale.
Leggi l’Accordo di riconoscimento reciproco in materia di formazione continua degli avvocati CNF-Avocat.be
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Francois Ost: “Tra le nuove lealtà dei giudici c’è l’etica della comunicazione. La motivazione della decisione è la prima regola”

Quando si dice la coincidenza. Mentre il legislatore italiano pensa di sopprimere una garanzia di equità dei processi come la motivazione delle sentenze, in Italia nata nel 1750, il giurista belga Francois Ost proprio a Roma ne fa l’apologia, nel quadro di un compendio delle nuove “virtù” che una società pluralista chiede ai giudici di rispettare.
Ospite del Consiglio Nazionale Forense per iniziativa della commissione cultura coordinata dal consigliere Bruno Grimaldi, il giurista e drammaturgo belga, ordinario di diritto e di filosofia del diritto, e attualmente vicerettore dell’Università Saint-Louis – Bruxelles, ha tenuto una lezione giovedì 23 gennaio nella sede del CNF, dedicata al “Ruolo dei giudici e prospettive etiche nel mutamento degli ordinamenti giuridici”.
Nella nostra società, ha evidenziato Ost, il giudice non è più arbitro all’ombra dei codici; né giudice allenatore, “ingegnere sociale”, all’ombra delle politiche pubbliche dello Stato sociale; ma un giudice come il dio Hermès, dio del viaggio e della comunicazione, una “cinghia di trasmissione” tra ordinamenti giuridici in rete e tra i molteplici interessi in conflitto.
Per Ost, dunque, lo “statuto” dei giudici si modifica, richiede nuove “virtu”, nuove “lealtà”.
Nel processo equo, il rispetto del contraddittorio, il principio di uguaglianza, l’esigenza della pubblicità, la trasparenza e la motivazione sono esigenze congenite all’attività di amministrare giustizia. “Il rispetto delle esigenze procedimentali contribuisce a legittimare la decisione”, indica Ost.
L’accesso alla giurisprudenza da parte del vasto pubblico, tramite le più avanzate tecniche di comunicazione, rompe la “torre d’avorio” dei giudici e nel contempo impone nuove questioni deontologiche.
La deontologia, poi, si trasforma: da insieme di regole “corporative” diviene strumento per il controllo dell’operato del giudice, che sempre più deve garantire ”qualità totale”: dalla propria formazione alla gestione manageriale degli uffici giudiziari fino alla valutazione della “produttività dei giudici”.
Altri ambiti di mutamento per lo statuto del giudice del terzo millennio è quello dei rapporti con la politica, della sua indipendenza. Se nella penultima fase, lo sforzo è stato quello di sottrarre i giudici alla influenza politica, oggi il tema è la “politicizzazione” delle procedure; il processo diviene sempre di più “luogo” politico, nel senso di luogo di rappresentazione degli interessi pluralisti in gioco.
E se l’imperativo diventa quello di collaborare con gli altri poteri dello Stato, la capacità di “fare giurisprudenza” in un sistema che Zygmunt Bauman chiamerebbe liquido, è affidato alla “fiducia” che i giudici sanno conquistarsi facendosi carico anche delle conseguenze delle loro decisioni. Ecco dunque, conclude Ost, che nella disgregazione del vecchio sistema, “il fattore umano” diventa predominate e le nozioni di fiducia, auto limitazione, collaborazione leale, umanità, trasparenza, comunicazione rappresentano i suoi aspetti essenziali.

I dati sul processo civile e le proposte del CNF, le cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, la Conferenza di Napoli:la voce dell’Avvocatura sui Media

Nuovo anno giudiziario, l’Avvocatura che propone richiede rispetto
Rassegna stampa Intervento pres. Alpa
Rassegna stampa Intervento segr. Mascherin

Osservatorio permanente sulla giurisdizione: indagini obiettive per riforme efficaci
Rassegna Stampa Osservatorio e dati sul processo civile
Servizio FattoQuotidianoTv.it

Il CNF alla Conferenza dell’avvocatura di Napoli
Rassegna stampa Conferenza Napoli

La cerimonia per la consegna delle targhe alle famiglie di Alberto Musy e Giuseppe Paladino su La Stampa e Il Mattino
Rassegna stampa Il coraggio delle toghe

Nel Giorno della Memoria l'esortazione del CNF a non dimenticare
Rassegna Stampa CNF- Shoah 27_1_2014

Il Foglio dedica un approfondimento ai “legali low cost”. Interviene il presidente
Il Foglio, Anche gli avvocati su Groupon 20_1_2014

ItaliaOggi anticipa alcuni elementi del nuovo codice dontologico forense
ItaliaOggi, Deontologia sanzioni ad hoc 17_1_2014

Testo Articolo 7

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A cura dell’Ufficio Comunicazione e Media

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