Papa Francesco ha pronunciato il seguente discorso: “Desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell'aborto, o che vengono utilizzati come soldati, violentati o uccisi nei conflitti armati, o fatti oggetti di mercato in quella tremenda forma di schiavitù moderna che è la tratta degli esseri umani, la quale è un delitto contro l'umanità”. Brutto assai, caro Papa, usare termini impropri quando si affrontano problemi così gravi. Il soggetto è il termine “bambini”: vi sono bambini che non vedono la luce, bambini utilizzati come soldati… In realtà, riguardo all’aborto, non si tratta di bambini, ma di feti, però il termine “bambini”, è di maggiore effetto. Brutto assai, caro Papa, mettere con sconcertante disinvoltura l’aborto, praticato magari per disperazione, sullo stesso piano dei bambini maltrattati e sfruttati e trattati come schiavi, dimenticando che all’origine di questi crimini c’è sempre odio, turpe interesse, disprezzo della persona, sentimenti che non possono mai essere all’origine dell’aborto. Lo stesso errore lo fece Giovanni Paolo II, quando nella Evangelium vitae, mise sullo stesso piano l'aborto e il fratricidio di Caino. Rendendosi forse un po’ conto del dolore dato alle donne che già avevano abortito, cercò di consolarle così: “Apritevi con fiducia al pentimento…Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore”.
Renato Pierri