Lettera aperta di auguri agli Italiani di serie B (come me)

Cari Italiani di serie B, in cui mi riconosco, desidero farvi gli auguri più sentiti ed affettuosi, per il nuovo anno.
I miei auguri NON sono rivolti ai politici italiani, cittadini di serie A, che NON ne hanno bisogno: la loro vita NON percepisce scossoni dall’instabilità dell’Italia odierna. Vero è che, offendendosi l’uno con l’altro, cercando insistentemente di gettare il peso della vergogna su un'altra classe politica, o un altro politico, diciamolo chiaramente, questo un sia pur minimo sforzo lo richiede…
Vero è che quanti di loro sono stati costretti a scrollarsi di dosso la vergogna, a qualsiasi livello (regionale, provinciale, comunale o di Uffici sul territorio), dall’essersi fatti i fatti propri prima di quelli dei cittadini, hanno pur sempre compiuto un faticoso lavoro… e siamo dispiaciuti che abbiano dovuto compierlo…
Vero è che nel momento in cui sia stato evidente come “alcuni di loro” abbiano mangiato, bevuto, fatto mangiare e fatto bere (ma sono necessità primarie) amici e parenti, sulla pelle dei cittadini, per quegli stessi non deve essere stato facile dimostrare che così non fosse. Una bella fatica, insomma, dei cittadini di serie A…anche il fare la faccia di corno se non lo hanno potuto comprovare…
Un augurio personale (mi si conceda), anche a mio nipote Gaetano, tornato dalla Thailandia ( laddove il mercato italiano è fermo, come in tutta l’Asia), il quale mi racconta come in quella felice “terra del sorriso”, al momento in cui il popolo ritiene inadatti i loro politici li snidi e si liberi di loro per poi tornarsene tranquillamente a cena. Ma certamente esagera…
Continuo a dire che gli auguri voglio proprio farli ai cittadini di serie B, come me: coloro che, pur avendo fatto i regali di Natale e delle feste comandate, con uno sguardo al portafoglio (o al conto in banca), piuttosto vuoto, hanno dovuto abbassare i regali ai livelli di guardia e malgrado ciò si siano ritrovati più poveri…
Coloro che, dovendo pensare al cenone di Natale, si sono accordati con i parenti che lo avrebbero condiviso, perché ciascuno portasse qualcosa… ossia: “Io offro la casa, i piatti in tavola, lo spumante, il pane e magari al primo, e tu porti il merluzzo, Giovanni compra la frutta, Teresa provvede ai contorni, Gelsomina pensa alle cassatine”… e così di seguito…
Puntini sospensivi: la psicologia riconosce che la presenza di questi in un testo scritto dimostri nello scrivente un momento di depressione, l’incertezza della vita…
Sì: voglio fare gli auguri a tutti coloro che, in questo Natale ed in questo fine d’anno 2013, si sentono proprio pieni di puntini sospensivi. “Accisi” dalle accise, dall’aumento del gasolio, dell’elettricità, del gas, della benzina e persino delle candele. “Accisi”, dall’IVA che pesa su ogni cosa acquistata (ammesso che la si possa acquistare), in fila il 27 di dicembre davanti alle poste aperte a turno, per pagare tasse e multe di tutti i tipi, laddove ogni Comune d’Italia si è messo in moto, coi propri vigili, per pescarti in ogni possibile contravvenzione, da quella di divieto di sosta all’altra che dimostra come tu non avessi entrambe le mani sul volante e che sostiene tu “stessi usando il cellulare”, anche se stavi soltanto prendendo una caramella dal pacchetto. Distraendosi, pare, dal fermare le vetture superveloci che fanno la gara in autostrada facendo lo slalom tra le macchine e da quanti parlano tranquillamente al telefono guidando in tangenziale.
Desidero fare gli auguri agli Italiani che hanno invaso, in questi giorni festivi, le strade e le piazze delle loro città (compreso le farmacie di turno, purtroppo), in quanto NON potevano permettersi la più piccola fuga verso altri centri che non fossero quelli della propria città.
Auguri a tutte quelle brave, care persone con famiglia o che per adesso, in mancanza di fondi, la famiglia NON possono ancora concedersela.
In questi giorni festivi, dove noi Cristiani Cattolici Apostolici Romani poniamo il bambinello nel presepe; in questi giorno festivi in cui anche chi non lo è, vorrebbe potere festeggiare serenamente un qualche giorno libero dal lavoro e fa i conti con il capitone che costa troppo ed è divenuto ancora più viscido, oppure vorrebbe fare gli spaghetti con le vongole, che non contengano sabbia…
Ed anche…
Faccio gli auguri più sentiti ai genitori ed agli insegnanti di quei ragazzi che vanno a scuola senza credere più che il loro diploma gli offrirà l’Università ( a numero chiuso o costosissime), che desiderano e ti ammorbano le aule con la creolina e le occupazioni prima delle feste. Ma anche a quei ragazzi a cui occorrerebbe credere ancora nella giustizia, nella lealtà, nel dovere, nel rispetto e nei principi basilari “di una volta”… A tutti quegli universitari che NON credono più che la laurea gli offrirà opportunità certe di lavoro. A quanti hanno già speso la tredicesima di Natale prima del 23 dicembre ed a coloro che NON hanno ricevuto la tredicesima a Natale. A quanti NON hanno ricevuto neanche lo stipendio, a quanti hanno perso il posto di lavoro perché il loro datore di lavoro ha chiuso i battenti della fabbrica o si è suicidato, a quanti nell’anno 2014 dovranno vedere dove sbattere per il posto di lavoro, a causa della nascita delle “città metropolitane”, ma anche a quanti attendono un posto d’insegnante da anni e “passano di ruolo” al tempo della pensione ed anche a quanti sulla pensione NON contano affatto.
Brava gente, tutta quella che ho nominato. Persone degne. Italiani con la “I” maiuscola. Esseri umani forti e spesso esauriti e sconvolti dall’incertezza che in questi giorni si trovano anche ad urlare in famiglia per sciocchezze. Faccio a me ed a loro l’augurio che possano superare ogni difficoltà, che la vita migliori, che i nostri politici entrino davvero nella volontà di pensare a rendere più comoda la vita dell’Italiano medio e si guardino allo specchio il mattino chiedendosi se il posto che la vita gli ha concesso di occupare se lo stiano davvero meritando. Ma sì: faccio anche a loro un augurio: che la cometa di Natale li illumini (e non li fulmini).
Bianca Fasano

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