Le autorità francesi hanno informato la FASFC, l’Agenzia Federale per la sicurezza della catena alimentare del Belgio che il virus della rabbia sia stato introdotto nel territorio belga dal Marocco, attraverso il contatto con gli animali. Infatti, la Francia attualmente si sta verificando un caso di rabbia, causato da un piccolo gattino riportato da un viaggio in Marocco da un residente.
La FASFC è stata informata che altri due gattini, sarebbero stati catturati in Marocco sotto gli occhi di alcuni testimoni da turisti belgi o svizzeri. La scena sarebbe avvenuta il 12 ottobre 2013, sulla spiaggia di Aïn Diab, Casablanca. I gatti contagiati potrebbe essere entrati illegalmente in Belgio, o il virus trasportato dal turista. L’Ente belga ha comunicato che le persone che si riconoscono in questa situazione e che sarebbero entrati in contatto con questi gattini, sono invitati a contattare il più rapidamente possibile il medico di base ed eventualmente il loro veterinario. I veterinari belgi sono stati già avvertiti. La rabbia, causata da un virus escreto nella saliva, non è sempre immediatamente rilevata negli animali infetti.
La FASFC ha ricordato che chi torna dalle vacanze con un animale domestico non in regola con la normativa europea costituisce un importazione illegale.
Anche in Svizzera è stata lanciata la medesima allerta proprio per il rischio di contagio da rabbia dopo un soggiorno in Marocco. Anche in questo caso l’uomo entrato in contatto con gli animali idrofobici potrebbe essere stato infettato.
L'Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP) ha messo in guardia la popolazione facendo presente testualmente che esiste la possibilità che un turista svizzero sia stato infettato durante le vacanze in Marocco o che un gatto portatore di rabbia sia stato introdotto sul territorio elvetico.
Un gatto importato dal Paese nordafricano è deceduto lo scorso 28 ottobre in Francia dopo aver contratto la rabbia. Come già precisato, secondo un testimone, un turista elvetico potrebbe essere stato in contatto con altri gatti della stessa cucciolata sulla spiaggia di Aïn Diab a Casablanca, lo scorso 12 ottobre. Inoltre, un gattino tigrato e uno bianco potrebbero essere stati recuperati da un turista svizzero e portati in territorio elvetico.
Questi felini erano già contagiosi e qualsiasi graffio, morso o leccata sulla pelle ferita potrebbe aver contaminato le persone che sono state in contatto con loro. Anchel’ UFSP ha diramato un analogo comunicato “Qualora delle persone si riconoscano nella situazione appena descritta (…), sono pregate di recarsi al più presto presso il loro medico di famiglia e il veterinario o contattare il loro veterinario o il Centro svizzero della rabbia a Berna”.
Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che invita alla massima attenzione i viaggiatori che si recano in Marocco ad evitare il contatto con gatti o altri animali domestici nel paese nordafricano.