L’Italia s’è smarrita. Perduta nei meandri di una politica che è solo far carriera. In un Paese, com’è il nostro, dove il Potere Legislativo poggia su più di 950 parlamentari e ben 15 partiti si contendono il gioco delle “maggioranze” nel Bel Paese, c’è poco da contare sul futuro di questa tribolata Penisola. I risultati di una politica inconcludente, a ben osservare, ci hanno posto tutti da una stesa parte: quella della protesta. Una sensazione di fastidio, profondo, che ci tormenta e che, assai spesso, condiziona il modo d’interpretare gli eventi di casa nostra. Le differenze di “casta”, però, ci sono ancora tutte. Tramontato il problema del “mezzogiorno”, si è inserito, a pieno titolo, quello dell’”equità”..nisolaàBrignolaa cozzare tutti i buoni propositi della nostra inossidabile Democrazxia. della quale ci siamo prtivati Ma, dati i risultati, solo a parole. Il frazionamento della Penisola in un numero di circoscrizioni territoriali ridotte, ma più ampie che per il passato, ha solo variato un problema. Ci siamo trasformati in”italiani contro”. Contro tutti e contro tutto; quando i nostri diritti sembrano lesi più di quelli degli altri. Ancora, italiani “contro” tra occupati e disoccupati. Tra dipendenti pubblici e privati. Tra furbetti e vittime di uno stesso sistema alla deriva. Tutelare gli italiani è diventato un investimento relativo. Quando ci sono degli interessi da far prevalere, i diritti, pur se sacrosanti, passano in secondo piano. Non sono le classi sociali che ci preoccupano, ma la disuguaglianza in cui viviamo o, meglio, ci costringono a vivere. Non ci sono, per obiettività, cure miracolose per i nostri mali maggiori. Però si potrebbero ridimensionare i partiti ed il numero dei Parlamentari. Nelle Grandi Democrazie, c’è una Maggioranza ed un’Opposizione. Una Governa e l’altra controlla gli interventi della prima. Da noi è tutta un’altra storia. I Partiti sì “scompongono” in più correnti e si moltiplicano come succede nel ciclo biologico delle nostre cellule. Purtroppo, però, tendono anche a diversificarsi. Con complicanze per possibili apparentamenti. Basterebbe più coerenza per provare ad essere migliori e puntare al bene del Paese. Ma contro questa logicità, della quale ci hanno privato da tempo, vanno a cozzare tutti i buoni propositi della nostra inossidabile Democrazia. Intanto, l’Italia, quella dell’Europa stellata, dopo la Spagna, resta il Paese più caotico d’UE. Intanto, da noi si continuano a portare avanti le solite filosofie di un problema che, da com’è stato impostato, proprio non lo vediamo.
Giorgio Brignola