Il tempo passa per tutti. Il 2014 potrebbe essere l’anno delle “innovazioni” per gli italiani; anche per quelli che vivono oltre confine. Nulla, però, può presentarsi come scontato. Oltre al “malessere”, è tempo della coerenza; anche oltre il disgusto per una politica che è solo stimolo per far carriera. La “confusione” dovrà lasciare il posto alla “comprensione”. Il dire dovrà essere in sintonia con l’ascoltare. L’epopea dei “muti” e dei “sordi” finisce con questa Legislatura. Dopo, ed a ragione veduta, in “cambiamento” sarà tanto fisiologico da ritenerlo anche vantaggioso. Come a scrivere, almeno sotto un’ottica individuale, che sarà poco utile fare riferimento alle cordate di partiti alle quali c’eravamo assuefatti già dall’inizio del Nuovo Millennio. Tramontati i tentativi d’apparentamento, l’Italia potrà ritrovare i parametri indispensabili per andare avanti. Dopo la XVII Legislatura, che ha il tempo contato, troverà sistemazione la linea dell’”indipendenza”. I partiti “vecchi” e “ringiovaniti” sono destinati ad un declino perché fagocitati dal sistema che loro stessi hanno realizzato. Facce nuove e programmi meno articolati andranno a caratterizzare la Penisola del dopo Letta. Con la Riforma della Legge Elettorale, un’era sarà rimpiazzata con uno spirito nuovo e privo di compromessi correlati al mantenimento di un potere sempre meno dalla parte di chi gli ha dato fiducia. Meno “Onorevoli” e più servizi per il Popolo italiano; ovunque residente. Quando i politici riscopriranno il dono dell’ascolto, il peggio sarà superato. Il confronto Maggioranza ed Opposizione, basato su regole differenti, consentirà una gestione più democratica dell’Azienda Italia. Rappresentare le richieste degli elettori tornerà uno degli scopi dei neo eletti in Parlamento. Se avrà le premesse per poter nascere, un partito d’indipendenti potrà fare di più con la possibilità, oggi improponibile, di rappresentare anche i non “impegnati”. Pure quelli che fingono d’esserlo, mandando alla deriva ogni possibilità di governo. Quello che ci preme è che si evitino i paragoni tra oggi e quello che sarà. I cambiamenti si presenteranno graduali ma inarrestabili. Per il bene della Penisola, meglio voltare pagina con la verifica sulle proposte d’uomini nuovi. Quelli che, oggi, già sono alla ribalta pubblica ma sottovalutati. Vivere di stenti non giova alla ripresa del Paese. Per credere che il “peggio” sia passato, ci devono essere le premesse per assaporare il “meglio”. Adesso, quelle premesse proprio non ci sono.
Giorgio Brignola