Laboratorio è comunemente considerato il luogo ove si compie ricerca, si elaborano idee e si sperimentano soluzioni.
L'obiettivo del “Laboratorio di Scrittura” che la Scuola Superiore dell'Avvocatura ha promosso è meno ambizioso.
Vi è infatti la consapevolezza che una impresa, al suo nascere su un terreno già variamente e ampiamente battuto, si debba proporre un tema specifico nel quale individuare punti critici e obiettivi definitivi.
Nel nostro caso si tratta infatti di operare su di una cultura professionale nella quale si riscontrano sempre maggiori difficoltà ad usare correttamente abilità linguistiche e tecniche di comunicazione adeguate.
Vi è un dibattito aperto sull'alto livello di illetteratismo italiano risultato dalla recente indagine internazionale PIAAC-OCSE e alimentato dal nuovo analfabetismo di ritorno che minaccia anche le nuove generazioni già insidiate dal distacco dalla pagina letta e scritta e dalle nuove tecnologie. Queste ultime, se con la scrittura mediata dal computer nei più hanno statisticamente rinforzato la consuetudine a scrivere, hanno tuttavia quasi sempre prodotto una scrittura assai poco accurata. La scrittura, quale abilità che si acquista dalla lettura unitamente alla capacità di comprensione di un testo, è stata oggetto di attenzione da parte della Scuola Superiore dell'Avvocatura con il “Progetto libro” di recente promosso tra i giovani che aspirano a diventare avvocati.
Il Laboratorio si colloca in quella stessa dimensione essenzialmente pragmatica per affrontare la criticità rappresentata da una crescente disabilità nello scrivere, non solo dei giovani, che moltiplica i suoi effetti negativi in una professione che ha necessità di usare la parola e la comunicazione come strumento indispensabile per l'esercizio della sua funzione.
L'obiettivo è pertanto quello di sollecitare un impegno sulla centralità di una cultura cartacea dello scrivere per ancorare la parola ad un pensare razionalmente ed eticamente corretto e radicato nella realtà sociale.
Non si tratta, quindi, di affinare le tecniche e i modelli per la redazione degli atti processuali, anche se questi non potranno che trarne giovamento.
Il punto è intendere che l'identità dell'avvocato nella società contemporanea non è soltanto la consapevolezza di ciò che egli è e di ciò che comunica nelle aule di giustizia, aspetto peraltro importante per introdurvi una idea del diritto e della giustizia che ne giustifichi il ruolo; è anche responsabilità del modo in cui l'avvocatura si pone nel rapporto con la società nel quale la comunicazione ha un ruolo decisivo e insostituibile.
Il metodo è pertanto quello di una attività caratterizzata da concretezza e operatività, senza ambizioni letterarie, esclusivamente diretta ad affinare la capacità di scrivere al fine di farsi capire su cose note ed anche su temi nuovi; al riguardo l'idea guida sono i contenuti sui quali da oltre un decennio la Scuola Superiore ha indirizzato la propria attività di riflessione e di confronto.
Il campo in cui operare sarà necessariamente definito in rapporto ai contenuti di una cultura professionale nella quale con il diritto si fondono saperi diversi, dalle scienze cognitive, alla logica, alla storia, all'economia e alla linguistica. Ciò richiede una interazione con le abilità, le tecniche e i modelli comunicativi della saggistica, del giornalismo di inchiesta e di commento, della comunicazione pubblica e istituzionale, della scrittura argomentativa.
Su queste linee il progetto si articolerà in iniziative appropriate e si arricchirà nel suo sviluppo della competenza di quanti sino ad oggi hanno sostenuto le iniziative della Scuola Superiore.