Il sacerdote Mauro Leonardi, sul forum del suo blog “Come Gesù” chiede a me: «Un cristiano che viva una situazione di croce può coltivare… la convinzione che Dio gli stia accanto e che lo aiuti, così che… possa terminare la sua giornata con la lode?». E a me viene fatto di rivolgere a lui le domande: «In che modo il Signore aiuta il cristiano sofferente? Gli dà la forza di affrontare il male? E come può sapere, il cristiano sofferente, se quella forza non sia semplicemente conseguenza della sua persuasione che Dio gli sta vicino e che lo aiuta?». Una signora, a sua volta, aggiunge: “Quando arriva il dolore in una giornata, in una vita, si crea un vuoto… come quando si toglie qualcosa da uno scaffale… Gesù, Dio, non toglie il dolore ma toglie il vuoto”. E a lei faccio una domanda analoga alla precedente: «Come può sapere, il cristiano sofferente, se il “vuoto” viene tolto dal Signore, oppure viene tolto dalla persuasione che il Signore toglie il “vuoto”? E in che modo Dio aiuterebbe coloro che non sono religiosi, che magari non conoscono Cristo, oppure i bambini, che si trovano messi in croce e non sentono nessun dio vicino a sé (come potrebbero?), non sentono “vuoti” che si riempiono, ma sentono solo e unicamente la sofferenza?».
Renato Pierri