L’ULTIMA STAGIONE

A circa sessanta giorni circa dalla fine del 2013, ci sembra conveniente tirare le somme di questa fase dell’Esecutivo Letta. A parer nostro, un’ovvia necessità, più che un atto dovuto. L’emergenza economica sembra aver raggiunto il massimo; ma la recessione, per forza d’inerzia, continuerà anche per l’anno prossimo e con sviluppi ancora tutti da accertare. Prima dell’inverno meteorologico, pure la Squadra del Presidente del Consiglio dovrà dar conto del suo lavoro, con chiari riferimenti ai segnali di ripresa che, secondo noi, restano deboli. Quello che è stato facile è rappresentato dai tagli economici, piccoli e grandi, che ci hanno colpito senza nessuna prospettiva economica favorevole. Le riforme istituzionali, quelle sì che ci vorrebbero, non sono ancora in “linea”. La mossa decisiva spetta ai politici. Campa cavallo! Anche su questo fronte, sentiamo il senso d’impotenza su quanto accade dentro e fuori il Palazzo. O si è con Letta , o si è contro. Con la conclusione della fase “uno” di quest’esecutivo asettico, staremo a vedere se la fase “due” del programma potrà trovare applicazione; magari già dalla prossima primavera. E’ pur vero che ciò che ci sta capitando non è che l’inizio di un processo di trasformazione che dovrebbe risollevare l’Italia dalla sua perniciosa crisi. Certo è che, per ora, non c’è stato nessun segnale incoraggiante. Significa, di conseguenza, che mancano ancora dei tasselli importanti per completare il mosaico socio/economico dell’Esecutivo Monti. Forse, per la fretta di fare, gli uomini del Governo hanno tralasciato d’illustrare al Popolo italiano le linee di programma¸magari evitando di propinarci i vecchi schemi. I giorni che ci separano dal 2014 restano quelli decisivi per qualificare, a tutto campo, una Squadra che continua a reggersi sulla “Larghe intese”. Dopo un primo momento di smarrimento e d’umana speranza, Letta non ci convince più; ancor meno ci convincono i suoi Ministri. Se i provvedimenti anticongiunturali devono essere sempre assunti dagli stessi, allora.

anche il nostro Parlamento dovrebbe accollarsi più specifiche responsabilità che, tra l’altro, gli spettano. Se tutti i provvedimenti “Salva Italia”, che impoveriscono il Popolo italiano, non possono essere corretti nella sostanza, allora anche i nostri politici sono responsabili della parabola discendente dei fatti di casa nostra. Tra l’altro, addirittura i rapporti tra i partiti, molti nati dalle costole di altri, dovrebbero essere aggiornati alle mutate necessità nazionali. Del resto, i provvedimenti unilaterali sono, a nostro avviso, uno dei peggiori segnali di decadenza dei quali, proprio, non si sentiva il bisogno. E’, quindi, possibile che, nel prossimo anno, anche Letta modifichi il “tiro”. Di cartucce da utilizzare non gliene restano più molte. Matura, invece, il tempo del cambio del testimone. Ora si dovrebbe partire con un’economia più equilibrata. Tutti siamo nell' attesa delle nuove regole del gioco. Indispensabili per gestire una partita non più a senso”unico”. Senza le riforme istituzionali, sarà impossibile mutare efficacemente il futuro della Penisola. Le assicurazioni inutili non abbindolano più nessuno. Le parole rese pubbliche sono state molte, ma saranno rispettati i tempi per metterle in pratica? Dietro l’interrogativo c’è l’ultima stagione del Governo d’apparenti larghe intese.

Giorgio Brignola

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