LETTERA APERTA AL PRESIDENTE LETTA

Gentile Signor Primo Ministro, dopo mesi di manovre e rinunce per tentare di salvare la nostra Economia, ritiene che siano maturati momenti difficili anche per il suo Esecutivo? Era, in ogni caso, prevedibile. Forse, più che probabile. Il Popolo italiano è frastornato e non è più in grado di fare piccoli, quanto umani, progetti per il futuro. Né prossimo, né remoto. La politica di “mestiere” è stata deleteria. Lei ritiene d’essere stato trascurato da un’Alleanza delle larghe intese. Mi scusi, quando mai l’abbiamo avuto quest’Alleanza con poteri condivisi? Se si riferisce ai Cobelligeranti della XVII Legislatura, credo che ogni opinione possa avere un suo pregio. Del resto, ci sono dei segnali che preoccupano e fanno riflettere. Da oltre mezzo secolo, tento di curare l’informazione diretta ai Connazionali all’estero. Milioni di cittadini italiani per i quali molto resta da fare, perché poco è stato fatto. E stata deleterea.ionali all' partecipazione attiva. Aver rinviato ancora rappresenta una ” 14 anni, doveva essere rifondato ne Mentre il detto” si viveva meglio, quando si stava peggio” è tornato agli onori della cronaca socio/politica, si è ben pensato di rimandare il rinnovo dei Com.It.Es. ( Comitati degli Italiani all’Estero) e del C.G.I.E. ( Consiglio Generale degli Italiani all’Estero). Per motivi, tutti da dimostrare, s’è cristallizzato un complesso di strutture rappresentative di base le cui finalità consultiva doveva essere rivisitata già agli albori di questo nostro Nuovo Millennio. Ma questa, potrebbe obiettare, è tutta un’altra storia. Però, dato che il suo Esecutivo non avrà vita facile, mi chiedo, e le chiedo, l’utilità dello spostamento di una scadenza che poteva essere fissata. Anche se la sua poliedrica Maggioranza resta in tutt’altre faccende affaccendata. In questo modo, invece, già s’è compresa l’intenzione di lasciare al nuovo Parlamento ed ad un altro Esecutivo il compito d’aggiornare ciò che sarà ancora aggiornabile. Forse, ma questa resta una mia opinione, il Regolamento istitutivo del C.G.I.E., che ha circa 14 anni, doveva essere rifondato nel nome ma, principalmente, nelle finalità. Ancor più quello dei Co.Mit.Es. Senza dover far capo al Ministero degli Affari Esteri, ma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Insomma, meno burocrazia e più partecipazione attiva. Aver rinviato, ancora, rappresenta una “cura” peggiore della “malattia”. I milioni di Connazionali all’estero attendono. Sino a quando?

Giorgio Brignola

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