Beni confiscati, Savugnano non andrà  all’asta

“Lo stop all’asta per la vendita di Suvignano è una vittoria del nostro territorio. Non possiamo però abbassare la guardia neanche di un millimetro fin quando la decisione non sarà ufficiale, visto il complesso iter normativo da mettere a punto in un contesto nazionale di grande incertezza politica”. Con queste parole il Sindaco di Monteroni d’Arbia, Jacopo Armini, commenta la decisione annunciata dal viceministro agli Interni, Filippo Bubbico, in seguito all’incontro di ieri a Roma con il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, di bloccare la vendita all’asta della tenuta agricola confiscata alla mafia come aveva deciso nelle scorse settimane l’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla criminalità.
“Non dobbiamo ridurre il pressing portato avanti in questi giorni in modo che il Consiglio dei Ministri possa ratificare a breve la volontà emersa ieri – continua Armini – il nostro Comune e la nostra collettività è pronta a fare la sua parte, per rendere il progetto più concreto possibile e fugare ogni dubbio sulla capacità del pubblico di gestire in modo efficace e sostenibile una realtà importante come Suvignano. Siamo soddisfatti che lo sforzo dei giorni scorsi sfociato nella grande manifestazione pubblica di domenica scorsa abbia dato i suoi frutti, grazie all’indispensabile supporto delle istituzioni e il costante lavoro diplomatico che è stato parallelamente portato avanti a Roma con il Ministero degli Interni”.
Con i suoi 713 ettari il bene italiano più grande tra quelli confiscati alla mafia. La tenuta era stata messa in vendita dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata. Ma la Regione Toscana aveva chiesto il blocco dell’asta presentando un proprio progetto. “Lo stop all’asta conferma la validità del progetto che abbiamo condiviso con gli altri attori del territorio. – conclude Armini – Nel quadro economico attuale, Suvignano può rappresentare un’opportunità strategica fondamentale e un significativo volano per incentivare la ripresa. Sarà fondamentale ispirarsi ad una gestione multifunzionale, in cui valutare anche un possibile coinvolgimento dei privati, valorizzando le produzioni agricole esistenti e sviluppando criteri in sintonia con la sostenibilità ambientale e la valorizzazione paesaggistica”.

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