AVANTI PER RINNOVARE

Da tempo, ci siamo espressi per il rinnovamento di un Parlamento che sia in grado di legiferare e per un Esecutivo in grado di governare. Dopo la parentesi Letta, tutte le possibili alleanze potrebbero andare bene se si prefiggessero lo scopo di fare uscire l’Italia dal lungo tunnel dei compromessi e delle incomprensioni. Certamente abbiamo le nostre idee politiche, ma non ci siamo mai illusi che sono le migliori. Però, il Paese proprio delle “migliori” ha bisogno per uscire da una situazione, francamente, inaccettabile. E’ un’esigenza inderogabile. Ora, pur non essendo nostro costume fare delle anticipazioni politiche, ci sentiamo nelle condizioni d’esprimere le nostre opinioni. Per stimolare a conoscere quelle degli altri. Agli uomini di partito, di tutti gli schieramenti, chiediamo onestà, ma anche umiltà. Onestà nel tentare di fare del loro meglio per questa Penisola. Umiltà nel riconoscere, in tempo, i loro errori. Ciò partendo dal presupposto che la “rotta” può mutare proprio strada facendo. Il fine resta la governabilità nazionale. Il “colore” non conta più. Meglio evitare, da subito, il perbenismo di facciata e le polemiche di corridoio. Se non si riuscisse a trovare un programma condivisibile da una maggioranza qualificata, meglio andare ad elezioni anticipate. Preferibilmente con l’auspicata nuova normativa elettorale. Nelle condizioni in cui siamo, non è prevedibile un cambiamento efficace. Andare avanti nell’incertezza non giova a nessuno. Anche perché un cambiamento dovrà pur verificarsi. Non tanto per il desiderio di sperimentare nuove forme di governo, ma per evitare lo sgretolamento istituzionale di questo Paese. Per dare fiducia ad un Popolo, politicamente maturo, è necessario un Governo rinnovato nella sua composizione e con un programma che sia più attento alle necessità sociali. Dopo tanti “esperimenti”, ora serve la “normalità”. Quella normalità che da troppo tempo ci manca e che rende insicuro anche il nostro status d’europei. Non ci sono più baluardi da difendere. Né opposti estremismi da bilanciare. Se d’aspetti sfavorevoli si deve parlare, se ne parli con cognizione di causa. Non ci sono più nelle condizioni per sopportare i “bisticci” di bottega. Non siamo “profeti”, né ci sentiamo in grado d’esprimere giudizi avventati. Il rinnovamento, se e quando ci sarà, dovrebbe partire dalla piattaforma di chi intende essere “leader”. Senza un timoniere valido ed una rotta prestabilita, la nave Italia non approderà da nessuna parte. Lo scriviamo convinti che questa non è solo una nostra peregrina sensazione. In un Paese dove l’incertezza è consuetudine, il silenzio, figlio della sopportazione, non avrebbe più senso. Il rinnovamento, pur con tutte le probabili difficoltà di percorso, ci sarà. Dopo una stasi politica, che solo la storia potrà giudicare, è maturato il tempo per voltare pagina.

Giorgio Brignola

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