Vi do i numeri ……… sulla nostra previdenza (di cui dovreste interessarvi)

Vi do i numeri ……. sulla nostra previdenza

(di cui dovreste interessarvi)

Sommario:

-Vi risparmio la pur doverosa lettura di 380 pagine

-Gli Organi sociali e quanto ci costano

-Qualche dato su costi

-Qualche dato sui “ricavi“

-Considerazioni finali

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Vi risparmio la pur doverosa lettura di 380 pagine

Il bilancio recentemente approvato dal Comitato dei Delegati sulla gestione della nostra fondazione previdenziale e assistenziale nell’anno 2012 è composto da 380 pagine.

Poiché quasi tutti voi non leggereste tale documento (che pure riterrei per voi essenziale), per mia inguaribile devozione mi impegno di seguito a segnalarvi almeno qualche dato. Forse in questo ultimo periodo di vacanza mi darete retta e dedicherete qualche minuto a farvi gli affari vostri.

Poi, dopo le imminenti elezioni, non vi rappresenterò più come delegato alla Cassa.

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Gli Organi sociali e quanto ci costano

Il bilancio d’esercizio al 31.12.2012 esordisce con l’elenco dei componenti degli Organi Collegiali della Cassa.

Molti di voi (cinicamente indifferenti) sanno che la Cassa Forense ha un pletorico consiglio di amministrazione composto addirittura da 11 avvocati, con origini -nella quasi totalità- a sud di Roma e fino a Palermo (due siciliani, altro siciliano trapiantato a Milano, due pugliesi, un lucano, un molisano, ecc), nessun romano, alla faccia dell’altissimo numero degli avvocati romani iscritti alla Cassa.

In proporzione ai contributi versati alla Cassa, i Colleghi lombardi da soli dovrebbero avere essere rappresentati nel CdA da almeno 5 componenti su gli attuali 11.

A parte tale inapplicabile equità, vanamente ho perorato la richiesta di ridurre il Consiglio di amministrazione in totale a 5 componenti.

Il Comitato dei Delegati è composto da addirittura 80 componenti. Vanamente ho perorato la richiesta di ridurne il numero almeno a 40. Nel coro dei miei contraddittori sul punto si è distinto uno dei Delegati calabresi il quale, per conservare antistoricamente il numero degli 80 Delegati per me troppissimi (molti dei quali credo siano muti), ne ha fatto una “questione di democrazia”. Che vuol dire …?

E’ lo stessa penalista calabrese che, poi, è stato attivo nel sostenere la incredibile introduzione dell’assurdo limite a 10 delegati per un distretto come quello di Roma (che ora ha 11 Delegati) e di Milano.

Insomma, se -secondo il detto Collega calabrese, che si ispira ancora una volta alla “democrazia” ( ….?)- la immigrazione nel Foro di Roma aumenterà (la nostra città è di gran lunga quella con più abitanti calabresi al mondo, Calabria compresa) il distretto di Roma non dovrebbe contare sempre di più nel Comitato dei Delegati di 80, ma di meno. Non capisco.

Secondo me, le centinaia di migliaia di calabresi a Roma dovrebbero adirarsi contro quel loro conterraneo “democratico”.

Non vi sorprenderà che, trattando tale questione nell’adunanza del Comitato dei Delegati, io sia stato l’unico ammesso a sostenere la tesi del diritto del distretto di Roma (ma -già che c’ero- anche quello di Milano) a vedersi rappresentato nel Comitato in proporzione al numero degli iscritti alla Cassa, mentre tre Delegati sono stati ammessi a sostenere la tesi contraria, ma …. “sotto tre diversi profili” (come avrete già capito, hanno vinto loro, come era evidentemente nell'aria),

ma

mi sono già doluto con i Ministeri (che per legge esercitano bravissimamente l’alta vigilanza sulla Cassa Forense), per l’attacco alla rappresentanza del distretto di Roma (da 11 Delegati attuali a 10 al massimo e comunque) e sono certo che i nostri magnifici vigilanti ministeriali respingeranno questa ennesima ingiustizia della maggioranza del Comitato dei Delegati (come per due volte ho avuto soddisfazione dalla detta Alta Vigilanza sulla ingiustizia che la maggioranza aveva deliberato a carico dei nostri pensionati bisognosi di lavorare, che avrebbero dovuto versare “a fondo perduto” il 7 + 4% del loro reddito tanto difficoltosamente raggranellato).

Dai provvedimenti sempre illuminati dei detti tre Ministeri vigilanti ho avuto la conferma che non sono matto a credere che i Colleghi ultrasettantenni, bisognosi di lavorare ancora, non debbano essere depauperati senza che venga riconosciuto il frutto della loro ulteriore contribuzione.

Gli Organi Collegiali della Cassa Forense, val dire: i troppi 11 componenti del Consiglio di Amministrazione (tutti non residenti a Roma, evviva), i troppi 80 Delegati (quasi tutti non residenti a Roma) ed i 5 Sindaci ci sono costati per il 2012 euro 2.953.637 (cioè quasi tre milioni di euro, tra indennità di carica degli 11 amministratori e dei 5 sindaci, indennità di presenza di amministratori e delegati, rimborsi di spese per viaggio, vitto e albergo).

Insomma, il costo totale in lire è stato di oltre 5 miliardi e settecentomilioni per gli Organi collegiali. Orrore.

I componenti di tali Organi Collegiali avrebbero dovuto regolarmente scadere alla fine di giugno 2013, ma i delegati avevano deliberato ampie proroghe (quella italianissima invenzione della prorogatio che contesto dal 1992 e che era stata tanto biasimata da un anno prima dalla Corte Costituzionale), ma i superbenedetti Ministeri vigilanti sono rimasti tanto negativamente “sbalorditi” per la simpatica auto-proroga, criticando con fermezza la manovra deliberata dalla maggioranza del Comitato dei delegati e così -per recuperare tardivamente la regolarità della scadenza avvenuta ormai da mesi – gli iscritti alla Cassa voteranno per il rinnovo del Comitato dei Delegati “già” nientedimeno che dal 9 al 19 settembre prossimi.

Poi, non occorre uno stregone pellirossa per divinare che ci sarà la lunga, rituale stagione dei ricorsi elettorali e così -anziché a fine giugno 2013- il nuovo Comitato entrerà in funzione non prima di Natale (almeno).

Io sarò allora libero (con sei mesi di ritardo), il mio cardiologo ne è compiaciuto e la mia famiglia ne è felice.

Come Marina Berlusconi, anche mio figlio avvocato ha aborrito la proposta di molti (che hanno apprezzato il mio durissimo impegno alla Cassa, quasi sempre solitario) di avvalersi del mio cognome per essere eletto.

Mica scemo mio figlio.

***

Qualche dato sui costi

Tra i costi dell’anno 2012 -totalizzanti euro 976.010.053- hanno preminente rilevanza le “prestazioni previdenziali ed assistenziali” per euro 726.761.380 (così con circa 30 milioni di aumento rispetto all’anno 2011), ma colpisce, oltre che il costo degli Organi Collegiali per quasi 3 milioni di euro (di cui sopra ho fatto menzione), il costo dell’importo di “compensi professionali e di lavoro autonomo” di euro 2.231.382, che tanto stride -secondo me- con il costo del troppo numeroso personale di euro 20.169.130.

Qualche particolare:

-le pensioni erogate agli iscritti sommano 672.212.433 euro,

-le indennità di maternità euro 30.702.897 (così per circa due milioni meno dell’anno 2011, segno penoso che la crisi economica nazionale quella ancor più dura della nostra categoria, hanno fatto contrarre la pur naturale vocazione alla maternità,

-l’indennità di carica erogata agli 11 amministratori somma euro 648.223,

-l’indennità di carica ai 5 sindaci somma euro 142.920, i quali hanno ricevuto altresì rimborsi di spese e gettoni di presenza per euro 200.793,

-vi colpirà poi (spero) l’entità totale dei rimborsi di spese e dei gettoni di presenza ad amministratori e delegati per euro 1.961.701,

-poco self explanatory sono le specificazioni di costi per “compensi professionali e di lavoro autonomo” per euro 807.975 a titolo di “consulenze legali e notarili” (considerato che l’ufficio legale interno è diretto da un Collega superesperto in materia e che io personalmente non mi sarei mai fatto pagare un centesimo per prestazioni professionali legali a favore della Cassa, così come è avvenuto in concreto per tutte le tante cause che in 26 anni ho vinto (tutte) per il Consiglio dell’Ordine,

-i movimenti bancari svolti dalla Cassa (mentre il banchiere in ogni caso ci guadagna) ci hanno fatto pagare ben euro 2.258.227: sono sbalordito che sia stata pagata una tale somma enorme a tale titolo; soltanto la banca che da anni vince la gara per la tesoreria della Cassa (e che incassa tante centinaia di milioni di euro) non dovrebbe far pagare un centesimo alla Cassa ( o no ?).

A questo punto, sui particolari delle voci del conto economico, de hoc satis.

Tornando alle voci più generali,

colpisce tra i costi del conto economico l’importo per “spese di pubblicazione del periodico La Previdenza Forense” (che ben pochi leggono) di euro 257.168, val dire mezzo miliardo di lire per tre numeri. Il Presidente di un Foro di medie dimensioni (fino a pochi mesi fa Delegato alla Cassa) mi fece vedere che al suo studio con altri 10 Colleghi egli era l’unico a leggere quella pubblicazione che pure invadeva lo studio con 11 copie. Inutile qui che io ripeta quello che al riguardo vado dicendo alla Cassa da anni. Intanto imperversano sulla rivista le solite penne: speriamo che almeno costoro leggano almeno gli articoli degli altri.

Sugli oltre 35 milioni di euro che risultano versati alla famelica amministrazione finanziaria a titolo di “oneri tributari” in parte sul reddito del nostro patrimonio previdenziale (compresa la mitica IMU), occorre riflettere sulla circostanza che:

-gli avvocati contribuiscono alla Cassa Forense (che non riceve un centesimo dallo Stato), venendo tartassati già essi (per non parlare qui del livore dei nostri tanti nemici che ci hanno colpito a morte con la soppressione delle tariffe, già tanto vecchie),

-la Cassa paga le imposte sul reddito da patrimonio (che viene sempre aumentato per assicurare il pagamento futuro delle pensioni e dell’assistenza),

-e poi i pensionati subiscono il prelievo del 33% con la ritenuta di acconto.

Insomma, ci fregano in ogni modo, che un ingenuo ottimista definirebbe candidamente “contraddittorio”, anziché parlare (anzi, bestemmiare) di triplice imposizione fiscale, mentre la nostra Costituzione esalta il risparmio in genere e santifica il risparmio previdenziale.

Certo, stiamo meglio noi dei cristiani che venivano buttati nel Colosseo ad bestias. Amen.

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Qualche dato sui ricavi

Tra i “ricavi” dell’anno 2012 per totali euro 1.907.732.468, i contributi versati dagli avvocati nel 2012 sommano ben 1.471.123.820 euro (così pari al doppio delle prestazioni previdenziali ed assistenziali erogate, come ho sopra indicato), con l’aumento di 36 milioni di euro rispetto all’anno 2011.

I canoni di locazione hanno totalizzato appena euro 22.881.389, mentre interessi e proventi finanziari ci hanno apportato 210.313.514 euro.

Qualche particolare

I contributi soggettivi totalizzano euro 870.894.715, mentre i contributi integrativi totalizzano euro 489.061.675 (sono pronto a bastonare chi si azzardasse a sostenere che i contributi integrativi del 4% nelle nostre fatture “restino a carico dei clienti”, poiché si tratta di una tipica illusione finanziaria).

A fronte della erogazione di contributi di maternità erogati nel 2012 per euro 30.702.897 (inferiori di 2 milioni rispetto a quanto erogato nell’anno 2011, come ho sopra segnalato), nello stesso anno 2012 sono stati incassati 28.326.807 euro e sono desolato nel ritenere che per l’anno 2013 tale minore incasso basterà, per il previsto, ulteriore calo della natalità nelle nostre Colleghe, benché sempre più numerose. Mala tempora currunt.

Tra gli interessi su titoli obbligazionari (per totali 210 milioni di euro) risaltano gli importi maggiori per “interessi su titoli di Stato” di euro 80.573.008, nonché i “proventi su gestioni mobiliari affidate a SGR” di euro 38.429.050.

Per anni ho invitato il Consiglio di amministrazione ad investire in oro (certificati rappresentativi della titolarità dell’oro, o addirittura veri e propri lingotti presso la Banca d’Italia), ma nessuno mi ha dato ascolto: non ero un genio a prevedere da anni l’aumento stratosferico del valore dell’oro, ma li limitavo a riferire agli amministratori che dal 1929 il Vaticano -su scrupoloso quanto autorevole ed disinteressato consiglio finanziario – investe i propri averi per un terzo in titoli mobiliari (pezzi di carta che mi fanno tremare), per un terzo in immobili (che pure rendono poco, sono avidamente tassati e comportano spese di manutenzione e gestione dell’inquilinato, anche se in tempi normali si rivalutano di valore) e per un terzo ….. in oro. Nessuno mi ha dato ascolto.

Gli investimenti del patrimonio della Cassa al 31.12.2012 di circa 6 miliardi di euro (precisamente 5.953.840.646,33 euro (costantemente aumentanti) sono costituiti per l’ 11% da immobili e per l’ 89% da obbligazioni (54%), azioni (21,9%) e liquidità (8,8%), oltre a minori “strumenti finanziari”. Valutate voi.

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Considerazioni finali

Ho sempre detto e scritto quello che ritenevo giusto dire in coscienza. Potete credere alle mie considerazioni, considerato che neppure ho interessi elettorali, ma porto nella mente e nel cuore lo straordinario patrimonio che mi sono formato in circa 30 anni di impegno istituzionale svolto febbrilmente (tra Consiglio dell’Ordine e Cassa).

Ho cominciato ormai a ritenere che i troppissimi 11 avvocati componenti del Consiglio di Amministrazione della Cassa, provenienti per la quasi totalità da Fori di provincia a sud di Roma e fino a Palermo dovrebbero essere sostituiti da 5 managers di mondo.

La situazione -cui ho accennato fugacemente in questo scritto- non mi fa sperare per il meglio, poiché le prossime elezioni faranno degenerare il quadro previdenziale, per il peggioramento sicuro della crisi economica generale e forense in particolare, mentre aumentano le Colleghe (che contribuiscono poco, risultando che guadagnano la metà dei maschi), oltre che per l’ingresso nel Comitato dei Delegati di ulteriori “giovani avvocati” (per ora sono 12) che non soltanto risulteranno totalmente digiuni del sistema previdenziale, ma che soprattutto saranno portatori di ovvie istanze di riduzione di contributi, pretesa che, se attuata, squasserebbe le previsioni tecnico-attuariali per la stabilità per almeno 50 anni, previsioni che sono state approvate dagli occhiuti Ministeri vigilanti.

Avrei tantissimo da aggiungere, ma poi raggiungerei le 380 pagine che, con questo mio impegno scritto, vi ho voluto evitare.

Il Vostro dev.mo (come si concludeva un secolo fa, ma nel mio caso è vero)

Federico Bucci

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