POLITICA E POLITICANTI

In quest'Italia del diffuso malessere, è difficile identificare gli obiettivi politici dei partiti che consentono all'Italia di tirare avanti come può. Ci sono, infatti, troppi aspetti contradditori per poter immaginare un’evoluzione in positivo del profilo partitico nazionale. Indipendentemente dalla sopravvivenza di questa Legislatura, fare dei raffronti tra ciò che s’intende per politica nazionale resta difficile e, in parecchi casi, anche improponibile. Sono gli uomini di partito che non ci convincono più. Da tempo, ci siamo resi conto che tra politica e politicanti c’è un abisso incolmabile. E’ tramontato, miseramente, l' ideale di un’Italia capace d’uscire da un tunnel nel quale ci siamo trovati proprio per l’incoerenza dei Governi che si sono succeduti in questo primo periodo del Nuovo Millennio. All’inizio della crisi, sono stati sottovalutati i tanti segnali d'apparente discontinuità. Ora i nodi sono venuti al pettine. Non era più possibile demandarli. Così ci siamo trovati su un fronte politico inesistente proprio per la mancanza di determinati riferimenti politici capaci di ridare fiducia a chi, forse, l’avrebbe anche meritata. Senza una guida valida e razionalmente concordata, la Penisola vive alla giornata ed i politici di oggi ci fanno rimpiangere quelli di ieri; ed è tutto scritto. Quali alternative per il futuro? Non ce ne sono; soprattutto se non si andrà a varare una nuova legge elettorale che premi gli uomini e non i partiti. Una realtà, questa, che preoccupa i politicanti perché rischierebbero, in caso di un nuovo meccanismo di voto, di perdere prerogative che non sarebbero più scontate. Non ci illudiamo: i politicanti non saranno mai politici. Ed è proprio per questa inalienabile realtà che il futuro della Penisola resta in forse. Del resto, le alternative non sono mai state favorevoli già dall’inizio di questo secolo. Il Nuovo Millennio ha solo reso evidenti quelle carenze che già si erano evidenziate nell’ultimo decennio del secolo scorso. Ora non ci sono alternative degne di rilievo. In questa calda estate d’austerità, è più facile adattarsi che sperare in tempi migliori. Lo stesso sfascio di molti partiti del passato e la scarsa incisività dei nuovi è un ulteriore aspetto che ci preoccupa e ci amareggia. In questra realtà, ove i politicanti hanno sostituito i pochi politici sui quali si poteva ancora contare, c'è il baratro. Non ci resta, quindi, che puntare sul “nuovo”. Sempre che tale evento sia concretizzabile prima del tracollo della Legislatura. I parametri da prendere in considerazione restano, tuttavia, complessi, per il coinvolgiomentgo della magistratura e sulle responsabilità di chi si sarebbe dovuto interessare ai problemi degli altri. In un Parlamento ove l'Opposizione è solo di “scena”, non vediamo chiaro sul futuro del Paese. Se, prima, pensavamo che una transizione avrebbe potuto riprogrammare il sistema, oggi anche questa variabile è tramontata. Dopo gli sviluppi socio/politici delle ultime settimane, il confine tra politici e politicanti non esiste più; come tante altre cose serie di questa nostra amata Italia.

Giorgio Brignola

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