Dio vede, ma non provvede

Sul blog partecipativo “Come Gesù” del sacerdote Mauro Leonardi, coraggioso, giacché lascia a tutti la parola, anche a chi non è in sintonia col pensiero della Chiesa, un lettore mi ha chiesto: “Come interpretare il passo del Vangelo in cui Gesù dice: «Non vi angustiate dunque dicendo: Che mangeremo? Che berremo? oppure: Di che ci vestiremo?… Ora sa il Padre celeste che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno di Dio… e tutte queste altre cose vi saranno date in sovrappiù » (Mt 6, 31 – 32 ). Gli ho risposto così: “Come vuole che interpreti uno dei passi più belli del Vangelo e della letteratura mondiale? Lo interpreto tenendo presente che la fede è una cosa meravigliosa, ma che può diventare pericolosa se vuole prescindere totalmente dal buon senso e dalla ragione. Non possiamo prendere tutto il brano alla lettera, altrimenti rischiamo di far morire di fame e di freddo i nostri figli. Neppure pregando, possiamo ottenere che Dio provveda ai nostri bisogni. C’è un altro versetto di Matteo che recita: «Il Padre vostro conosce le vostre necessità prima che gliene facciate richiesta» (Mt 6,8). Ed ecco il commento di Angelo Lacellotti: «La preghiera non ha lo scopo di informare Dio sui nostri bisogni… La preghiera è intesa da Gesù come un incontro del Padre con i suoi figli, in cui questi, in una atmosfera di intimità, aprono a lui il loro cuore» . Purtroppo molti fedeli sono persuasi che pregando con insistenza e con grande fede si possa smuovere la volontà di Dio, al punto da ottenere anche una guarigione. Succede alle volte che la delusione per avere pregato invano, porti il fedele a perdere la fede. Si pensi ad una madre che ha consumato gli occhi e ha perso la voce per supplicare Dio di salvargli un figlio. Il bimbo muore e la madre si allontana da Dio. Questo accade semplicemente perché quella madre aveva un concetto sbagliato di Dio e segnatamente del senso della preghiera.

Renato Pierri

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