La sofferenza dei bambini, sotto l’ombra del non senso non per loro colpa

Sul blog Reset Italia (blog partecipativo di attualità politica, economica, culturale) una signora chiede: “Se Dio non sceglie di far concepire feti con gravissime malformazioni, se non sceglie di mandare cancri a nessuno, se non c’entra per niente, insomma, con la sofferenza di tante sue creature… allora di chi è la colpa?”. E perché, gentile signora, dovrebbe esserci per forza un colpevole? E’ ovvio che la colpa è dell’uomo, qualora i malanni siano da attribuire all’inquinamento, alimenti con sostanze tossiche, ecc. Ma in tutti gli altri casi? Per un non credente il problema non si pone. La colpa, infatti, implica un giudizio morale, e si non può certo affermare che la colpa è della natura. La domanda, invece, mette in difficoltà un credente, il quale può chiedersi, ad esempio: “Perché Dio ha creato un mondo dove un bambino può nascere con gravi terribili malformazioni? Dove un bambino può morire soffrendo poco dopo la nascita? E’ sua la colpa?”. Giovanni Paolo II, nell’Evangelium Vitae, risponde così: “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi… ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo… la morte entra nel mondo e getta l’ombra del non senso sull’intera esistenza dell’uomo” (Cap. 1, n. 7). La colpa, quindi, sarebbe del diavolo, e dell’uomo che dal diavolo si sarebbe lasciato sedurre. Dalla risposta del Pontefice si dovrebbe dedurre che Dio si è preoccupato della salvezza dell’uomo dopo la morte, ma non si è preoccupato e non si preoccupa assolutamente della sorte (malattie, catastrofi naturali, ecc.) dell’uomo sulla terra. La prova evidente è la sofferenza dei bambini, sotto l’ombra del non senso non per loro colpa.

Miriam Della Croce

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