La Spezia: lo scandalo

«La Direzione Regionale e la Soprintendenza
per i Beni Ambientali e Architettonici della Liguria
– spiega Sgarbi – hanno il dovere di intervenire»

LA SPEZIA – Il critico d’arte Vittorio Sgarbi annuncia un esposto alla Procura della Repubblica e al ministro per i Beni e le attività culturali Massimo Bray contro i lavori di rifacimento di Piazza Verdi a La Spezia. Lavori che, se realizzati, ne stravolgerebbero l’aspetto urbanistico-architettonico.

L’allarme di Sgarbi aveva già suscitato nei giorni scorsi la dura reazione di Legambiente e Italia Nostra. Quest’ultima in una nota ha osservato: «Piuttosto che sottoporre a tutela e restauro la più famosa piazza della città, l’amministrazione ha autorizzato le ruspe per demolire dieci pini maestosi e sostituirli con squallidi portali in cemento armato…Resta incomprensibile la distruzione dell’attuale fisionomia della piazza per sostituirla con 18 portali colorati, 5 pilastri, 2 vasche, un cosidetto anfiteatro, 3 fontane, un prato erboso, ma conservando le due corsie ridotte pericolosamente alla larghezza di appena tre metri e mezzo».

Nell’esposto contro il sindaco Massimo Federici, Sgarbi osserva: «Premesso che l'intervento programmato e deciso dall'Amministrazione Comunale di La Spezia in Piazza Verdi poggia su una prospettazione ingannevole per ottenere fondi dalla Comunità europea (con la falsa dichiarazione delle condizioni di degrado della piazza, che attende soltanto una ordinaria manutenzione) si denuncia l'arbitrio di avere scelto un progetto sfigurante che, con il pretesto di un ripristino della situazione originaria, crea un danno grave alla condizione consolidata con l'abbattimento degli alberi, contro ogni logica».

Sottolinea Sgarbi nell’esposto: «Ma, ciò che è più grave, l'intervento programmato costituisce uno sfregio alla forma urbis trasformando surrettiziamente una strada, pur larga, a quattro corsie, in una piazza. Non solo questo altera la dimensione urbanistica assunta nel corso di un secolo da quell'area, ma non soddisfa neppure il principio di un ripristino della situazione originale.
Nessun significato, se non di compiacimento arbitrario e pubblicitario – osserva il noto critico d’arte – hanno gli archi di cemento armato colorato progettati da Daniel Buren, come puro gesto “artistico”, privo di significato “urbanistico”. Buren sovrappone un suo schema collaudato, un suo “pattern”, ripetitivo, nello spazio cittadino che non lo attende e che mortifica, in nome di un ideale estetico incompatibile con La Spezia, e in particolare con quello spazio urbano».

Dunque Sgarbi aggiunge: «In nome di questi principi elementari denuncio il sindaco di La Spezia, Massimo Federici, per vandalismo e sfregio alla forma urbis di La Spezia.
Il Pubblico Amministratore non può essere responsabile di un intervento arbitrario e devastante. La Direzione Regionale e la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici della Liguria hanno il dovere di intervenire. Anche in ordine al fatto che la Piazza Verdi risulta vincolata ai sensi del Codice Urbani e che non è stata chiesta la valutazione di impatto ambientale.

Esiste poi – conclude Sgarbi – la questione generale della presenza di elementi sensibili, quali scuole, poste e prefettura che non sono stati presi in considerazione nel progetto anche per le garanzie di sicurezza del cantiere.
Per questo ho dato incarico allo studio dell'avvocato Giampaolo Cicconi di procedere in giudizio contro il Sindaco di La Spezia, informando contestualmente il ministro per i Beni culturali, la Direzione Generale e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali della Liguria»

l’Ufficio Stampa
Nino Ippolito

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