LE CARTE IN TAVOLA

Questo 2013 sarà, probabilmente, l’anno della “svolta”. Le elezioni politiche ci hanno mostrato un nuovo fronte che, prima, non era ipotizzabile. Meglio così, che nuove consultazioni anticipate. Almeno per ora. Del resto, è ancora troppo presto per comprendere se l’Esecutivo Letta potrà superare le acque agitate di un’economia che non concede passi falsi a nessuno. Il Programma Governativo è così complesso da non favorirne un’analisi univoca. Nel frattempo, i vertici politici dei due partiti che sostengono la XVII Legislatura sono in trasformazione e non è detto che cambiare sia il meglio. Al momento, le supposizioni contano poco ed i loro pratici effetti sono trascurabili. Certo è che prima dell’autunno si dovranno mettere in campo le strategie per il programma “Salva Italia”. Sembra quasi un paradosso: destra e sinistra hanno dovuto trovare una linea di programma per evitare l’ingovernabilità e tagliare fuori quelle frange politiche che non avrebbero apportato vantaggio alcuno al Bel Paese. Di ciò dobbiamo riconoscere anche l’illuminata mediazione del nostro Capo dello Stato che è riuscito a dare voce a chi non l’avrebbe mai avuta. Non siamo nelle condizioni di prevedere se Letta riuscirà a realizzare al suo programma; certo è che, pur con qualche distinguo, resta una via percorribile. Se è la migliore lasciamolo giudicare al mercato ed agli italiani. Con un’opposizione parlamentare molto formale, le incognite per il nostro futuro ci sono ancora tutte. Il malessere che ne deriva è palpabile. Il male “oscuro” del nostro Paese resta la sfacciata mancanza di coerenza che ha innescato, già agli inizi del nuovo Millennio, una spirale speculativa alla quale i politici non hanno voluto, o potuto, far fronte. Le responsabilità, sempre che non si possano platealmente negare, sono ancora diverse; anche se, ora, le cobelligeranze ne hanno ridotto l’impatto. L’importante è non perdere di vista l'onestà politica alla quale ancora crediamo e sulla quale intendiamo contare. Forse, è ancora prematuro accettare che un’era è al tramonto e la nuova ci riserva le incognite di ciò che potrebbe essere. Senza andare molto avanti nei programmi, basterebbero pochi, ma significativi, provvedimenti, per ridare fiducia ad una produttività che immaginiamo in letargo solo per non morire. L’attuale Governo ha mescolato le sue carte e può contare su un’ampia fiducia parlamentare. Certo è che il “nuovo” non può offrire, da subito, quella stabilità che andiamo spasmodicamente cercando. Se Letta riuscirà a riattivare il volano lavorativo nazionale, il peggio sarà già lasciato alle spalle. Pur con questa benevola riflessione, non siamo, però, in grado di segnalare indizi che confermano la nostra sensazione. Ora che le carte sono in tavola, non resta che scoprire il gioco. Le opzioni sono solo due: “vincere” o “Perdere”. In politica, i “Pareggi” non esistono.

Giorgio Brignola

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