Notizie dalla serafica Svizzera: Tutto sotto controllo??

Storiella – Esco per comprare il giornale all’edicola del vicino ospedale, denominato OBV, della cittadina dove abito (Mendrisio). Giunto all’ingresso, sento un sommesso “buongiorno” sulla mia destra. Bene, penso, finalmente qualcuno che parla (la gente del posto è piuttosto schiva), seppure per un semplice saluto. Mi volto, vedo un tipo sui 40 anni, ben vestito, forse sudamericano, sorridente, simpatico. Dalla ciotola, posta per terra, vicino a lui, capisco che chiede l’elemosina. Entro, piglio il giornale, scambio due parole con la signora del “chiosco” (così sono chiamate le edicole nel Canton Ticino), pago, facendo in modo di aver qualche spiccio da dare poi “a quello che sta lì fuori”. Bravo, approva la signora, anch’io faccio così, se posso. Mentre percorro i pochi metri fino alla porta d’uscita, mi tornano in mente, in un baleno, due precedenti episodi.

Il primo di un paio di mesi fa. Stavo posteggiando la macchina nel sotterraneo del principale centro commerciale di Mendrisio. Lo spazio era poco. Temendo di essermi messo male, stavo recriminando, evidentemente a voce alta senza accorgermene, perché all’improvviso sentii qualcuno che mi voleva tranquilizzare: Non si preoccupi, qua non mettono la multa. Era il commento di un ometto accovacciato a pochi passi, che non avevo notato prima. Anche lui in cerca di qualche soldo. Anche lui simpatico, voleva conversare, mi chiese cosa pensassi del nuovo Papa, appena eletto. Poi alla cassa del piano di sopra, c’erano due donne. Senza volerlo, colsi un pezzo del loro discorso. Ma dove vivi? domandava la più anziana, cliente del negozio, alla più giovane, anche lei questuante come l’uomo del piano di sotto. In macchina, fu la risposta della ragazza. Probabilmente nella vicina Italia, pensai, in quanto nell’ordinata Svizzera ciò non sarebbe mai ammesso!

L’altro fatto che mi è tornato in mente uscendo dall’edicola, si riferisce ad una recente riflessione di un amico di Milano (non quello citato prima, un altro, con il quale litigo spesso perché i nostri rispettivi approcci alla vita non coincidono quasi mai). A lui piace la Svizzera, perché TUTTO E’ SOTTO CONTROLLO. Magari anche la presenza dei mendicanti sul territorio? C’è da scommettere che ognuno di loro, per poter sostare qualche ora in un suo angolino, avrà dovuto ottenere un “permesso”. E guai a chi si dovesse azzardare ad infastidire i passanti con richieste troppo esplicite. Forse esisterà addirittura un regolamento scritto per disciplinare la materia! Assurdo? Eccessivo? Ma che… Al tranquillo cittadino, cui non importa nulla tranne che gli affari suoi, fa comodo che autorità ed istituzioni provvedano a tutto.

Storia drammatica sentita al TG della Svizzera francese del 15 maggio 2013. E' stato ritrovato in un bosco del Canton Vaud il corpo di una giovane donna uccisa. L'omicida, maschio, reo confesso di 36 anni, era già stato condannato nel 1998 a 20 anni di carcere per stupro e omicidio intenzionale (anzi, peggio, per “assassinio” che, in diritto elvetico, è l'atto commesso da chi ha agito con particolare mancanza di scrupoli, segnatamente con movente, scopo o modalità particolarmente perversi…. Sic!). Come mai, si chiedeva la telecronista, un simile individuo ha potuto usufruire degli arresti domiciliari, provvedimento che, in Svizzera, esiste solo in sei Cantoni? Nel novembre 2012, il “servizio penitenziario”, ne aveva segnalata la pericolosità… Perché allora si è ritrovato libero? Risposta: E' avvenuto in seguito ad un ricorso del detenuto “il cui effetto è stato riconosciuto come sospensivo dal giudice di applicazione delle pene”. Il Presidente del Tribunale cantonale del Vaud, inquadrato nel video, ammette con evidente imbarazzo che “a posteriori” la decisione appare non appropriata, aggiungendo “ordineremo un’indagine amministrativa per appurare se, al momento in cui il provvedimento è stato preso, era pertinente in base agli elementi disponibili”.

Ovviamente tale fatto fa venire in mente un altro episodio di sangue successo sabato scorso a Milano quando un immigrato ghanese ha colpito all'impazzata alcuni passanti per strada, uccidendone tre e ferendone altri. Ciò “nonostante il permesso di soggiorno come rifugiato gli fosse stato negato, infatti, lo straniero, aveva fatto ricorso. E, nell'attesa, poteva rimanere qui”. Così riferisce . L'articolista rileva poi tutta una serie di incongruenze collegate alla vicenda.

Di fronte agli assurdi e alle storture del sistema, la reazione del cittadino benpensante, ancorato al dogma della certezza del diritto (snaturato discendente dello Stato di diritto), è una sola: bisogna cambiare l'impianto legislativo (sostanziale e/o procedurale). E avanti con le lungaggini parlamentari (Italia) e le continue iniziative popolari (Svizzera)…
La legge è davvero un toccasana? Andate a chiedere il parere dei magistrati, poliziotti e professionisti elvetici che si devono barcamenare con le regole del nuovo codice di procedura penale entrato in vigore il 1° gennaio 2011.

Più dei continui ritocchi al quadro legale serve una maggior consapevolezza dell'interesse generale da parte di tutti, addetti ai lavori compresi, addirittura con messa all'indice, nell'ambito della propria categoria professionale, dei disperati-che-si-prestano-ad-appoggiare-qualunque-ricorso.
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Le notizie dalla “serafica Svizzera” sono inviate periodicamente (da circa un anno) a vari amici, conoscenti e corrispondenti, circa ottanta nominativi sparsi in Italia e nel Canton Ticino. Chi non le vuol più ricevere può mandare due righe a mmrams@bluewin.ch; il suo nominativo sarà cancellato dall’elenco dei destinatari. Viceversa, chi vi trova qualche spunto interessante, se crede le potrà girare a chi vuole. Naturalmente, ogni testimonianza vostra è sempre gradita.

Vi saluto

Max, tel. +41 91 630 02 87

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