Napoli, assalto a FNAC: “ Sono disgustato “

Quando aprì il 21 maggio 2003 dichiarai: “ Napoli si avvicina all’Europa “

“ Esprimo il mio più profondo disgusto per il comportamento che stanno tenendo in questi giorni i miei concittadini rispetto alle tristi vicende del megastore FNAC – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari – Quando il 21 maggio 2003, esattamente dieci anni fa, fu inaugurato nei locali di via Luca Giordano, che erano stati fino ad allora occupati dai magazzini della STANDA, parlai di un rilancio del terziario avanzato a Napoli, ed in particolare al Vomero, come momento che avvicinava ancora di più il capoluogo partenopeo all’Europa, avallato dalla presenza di una catena a carattere internazionale. Con la chiusura di FNAC, che tra poco, indipendentemente dal mantenimento del nome, si trasformerà in uno dei tanti negozi di elettrodomestici, del quale invero non si avvertiva la necessità, perdendo le caratteristiche associative, aggregative e culturali che lo rendevano unico nel suo genere, Napoli fa invece un deciso passo indietro, allontanandosi ancor più dalle sue storiche origini di capitale europea “.

“ Già nel 2012 – ricorda Capodanno – il Vomero ha perso la libreria Guida Merliani, oggi perde la parte culturale del megastore di via Luca Giordano, la libreria, i prodotti editoriali in generale, lo spazio del forum che in questi dieci anni di attività si era ritagliato un posto in ambito regionale, con la presentazione di centinaia di eventi anche a carattere nazionale, libri, dischi, concerti, film “

“ Assistere a questo vero e proprio assalto, al punto da richiedere, stamani, una massiccia presenza delle forze dell’ordine, con centinaia di persone che si sottopongono a file di ore sotto il sole per poi uscire soddisfatte con televisori caricati in spalla e borsoni pieni di beni di consumo di ogni genere e solo per accaparrarsi prodotti a prezzi fortemente scontati, rappresenta un ulteriore tassello per comprendere il degrado culturale e sociale al quale è arrivata la Città – afferma amareggiato Capodanno -. A nessuno importa il dato che al Vomero, che nel secolo scorso era considerato uno dei luoghi di cultura più noti e ricercati, con diverse librerie, dove peraltro era nato agli inizi del ‘900 il primo stabilimento di produzione cinematografica in via Cimarosa con la Polifilm che di lì a poco sarebbe diventata la “Lombardo film”, sia rimasta solo una libreria, perdendo quasi tutti gli spazi di aggregazione culturale e sociale “.

“ In tutto questo non può non sottolinearsi l’assenza delle istituzioni, che finora non hanno mosso un dito per arginare la perdita anche di locali storici della Città – stigmatizza Capodanno -. A partire dalla Regione Campania, dove la proposta di legge per la salvaguardia delle attività storiche, già attuata da tempo in regioni come la Lombardia ed il Lazio, giace da oltre un anno nei cassetti, per finire al Comune di Napoli con un mare di parole, mai seguite da fatti concreti, nelle occasioni sempre più frequenti di chiusura di esercizi commerciali con una loro specifica caratterizzazione sociale e culturale “.

“ Senza tenere neppure da conto la perdita continua e costante di posti di lavoro – conclude Capodanno -. Aspetto che potrebbe riguardare anche FNAC dal momento che interi settori, con particolare riferimento a quelli attinenti alla cultura, scompariranno con l’arrivo della nuova società con la possibile conseguenza ch3 parte del personale addetto potrebbe non trovare idonea collocazione “.

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