Nuova fase di governo e questione sempre aperte

L’altro ieri l’on Micheloni in un suo comunicato- stampa di apprezzamento
dell’avvenuta costituzione del Comitato italiani all’estero al Senato
individua un nuovo livello della rappresentanza degli italiani all’estero.
Dopo quella “politica” espressa dai, per ora, 16 parlamentari dell’estero,
dopo quella se-dicente del CGIE, almeno a legislazione immutata, dopo quella
“sociale” dell’associazionismo” e dei comites, arriva quella del Comitato
senatoriale degli italiani all’estero. Dichiara in fatti Micheloni: “ “Gli
italiani all'estero sono uno strumento unico di promozione politica,
culturale ed economica dell'Italia nel mondo, quindi l'istituzione al Senato
di un Comitato che li rappresenta è d'obbligo”
Sulla base di questo convincimento personale il comitato per gli italiani
all’estero che secondo Micheloni dovrebbe rappresentarli, dovrebbe svolgere
una complessa, e per alcuni versi anche specialistica, produzione normativa
che, prima facie, apparirebbe essere oggetto della attività legislativa
delle Camere in sede di commissioni ed in Aula.
Prosegue Micheloni. “le questioni da prendere subito in considerazione sono
il rinnovo dei Cgie e dei Comites, la riforma costituzionale che includa
anche i parlamentari della circoscrizione Estero, la riforma della legge sul
voto all'estero, il riassetto della rete consolare, la diffusione della
lingua e cultura italiana nel mondo, il tema dell'attribuzione della
cittadinanza, l'informazione e lo spinoso problema dell'Imu, tassa che deve
considerare gli immobili degli italiani all'estero prima ca.
L’Ufficio di presidenza del CGIE ha aggiornato la discussione sulla
rappresentanza rinviando anche il relativo previsto seminario. Il vero
segnale forte politico è stato in effetti quello di andare prestissimo al
rinnovo dei comites imponendo nel ruolino di marcia ministeriale questo
appuntamento cui gli altri vanno collocati un attimo dopo. Non si può non
essere d’accordo.
Ritorna con forza la centralità dell’associazionismo nel rinnovo delle
politiche migratorie in specie se, , con grave danno, quasi si dimezza la
rappresentanza politica.
Il deputato Bobba ed il senatore Longo hanno distintamente ripresentato lo
stesso testo di ddl presentato da Narducci ed altri nella XVI legislatura
per estendere quanto previsto per le associazioni di promozione sociale
anche alle associazioni operanti all'estero.
Nel lungo elenco delle cose da fare l’on Micheloni non c’è traccia di
proposte di iniziative per il rafforzamento del ruolo di rappresentanza
sociale espresso dall’associazionismo mentre il ddl del collega Fausto Longo
non è oggetto neanche di una cortese citazione.
Domani il Pd ha convocato una riunione della propria Consulta degli italiani
al’estero.
Mi aspetto, coerentemente con la posizione PD manifestata nell’altra
legislatura, che dalla Consulta, dal dipartimento degli italiani all’estero
e dai gruppi parlamentari PD ci sia una forte attivazione perché la
discussione sia avviata sui provvedimenti già depositati.
Il responsabile della Consulta Neri nella convocazione esprime la
convinzione che “ oggi abbiamo un quadro di riferimento più adeguato per una
riflessione complessiva sia sul risultato elettorale, in Italia e
all’estero, sia sulle dinamiche politiche e gli esiti di governo che hanno
segnato, e segnano, l’attuale fase istituzionale, politica ed economico
sociale”. Neri mette le mani avanti affermando che sui temi del dibattito.
all’interno dello schieramento democratico ci sono “prese di posizione
distinte e in taluni casi opposte” auspicando per questo “l’avvio di un
confronto su questa nuova fase tra le diverse componenti dell’emigrazione
italiana all’estero, intanto per comprendere le ragioni dei diversi
orientamenti”.
Sommessamente suggerirei che, preliminarmente, sia il dibattito interno,
diversamente che ai tempi del precedente ”provvedimento Micheloni” di
modifica di comites e cgie, a chiarire subito che sarà evitato un ritorno
al passato, ad una normazione su comites e cgie sulla quale il dissenso è
stato pressocchè unanime. Questa volta sarebbe difficile attribuirne la
responsabilità ad un governo di centro destra .
Da ultimo mi domando come , in presenza di una’elevata concentrazione di
parlamentari convinti della funzione centrale dell’associazionismo degli
italiani all’estero, tra i numerosi parlamentari che sono stati presenti e
che sono intervenuti all’ultimo Ufficio di presidenza del CGIE (che
discuteva anche dell’associazionismo), in un quadro di afasia specifica,
l’unico che se ne sia ricordato sia stato l’on Fabio Porta.
Rino Giuliani vicepresidente della CNE
(santinews)

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