In Emilia Romagna anche l’ anno prossimo aumenteranno gli studenti ma non i docenti messi a disposizione dal Ministero, il commento della Cinti

La vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per la Scuola e l' Istruzione: “E' fondamentale riappropriarsi delle tematiche vere e improrogabili legate al funzionamento positivo e costruttivo della scuola come Istituzione che a tutti i livelli promuove un percorso completo di crescita della persona, poichè diversamente saremo destinati a raccogliere soltanto i cocci di politiche sbagliate, inappropriate e svilenti del significato reale della realtà scolastica”

Bologna, 6 maggio 2013 – Si è da poco appreso che in Emilia Romagna, per l' undicesimo anno consecutivo, continua a crescere il numero degli studenti, con il primato a livello nazione nel confronto con le altre Regioni e con il più elevato rapporto alunni per classe ( 21, 5 contro una media di poco superiore a 20 ). Purtroppo – e questo è il dato allarmante diffuso congiuntamente dalle segreterie regionali di Flc- Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda- a tale aumento non corrisponderà un appropriato incremento del personale docente e Ata. L' anno venturo vi saranno 8500 studenti in più, ma il Ministero ha disposto l' assegnazione di soli 172 insegnanti. Per ciò che concerne l' organico Ata, invece, al momento non si hanno dati chiari. Nei giorni scorsi, di fatto, si è tenuto un incontro tra l' Ufficio Scolastico Regionale e i Sindacati suddetti, nel corso del quale sono appunto emerse le informazioni al centro della questione. I 172 posti verranno proporzionalmente distribuiti tra scuola dell' infanzia, primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado. E' però vero, affermano i Sindacati, che “la ricognizione dei dati non è omogenea: infatti mentre da un lato non si dichiarano le iscrizioni dei bambini della scuola dell' infanzia, dall' altro si distribuiscono anche a questo segmento di istruzione”. In un altro punto della nota si afferma ancora: ” 8500 studenti in più equivalgono a 400 classi in più e a 800 docenti in più. Senza dimenticare che “aumentano anche gli alunni disabili: 592 in più rispetto all' anno corrente, ma cresce anche il rapporto alunni-docente, essendo rimasto invariato il numero complessivo dei docenti assegnati”. I Sindacati, pertanto, chiedono “una ulteriore assegnazione di almeno 600 docenti” e “una adeguata dotazione di personale Ata”. Inoltre, risulta necessaria la messa adisposizione di insegnanti “finalizzata a sostenere le scuole nelle zone terremotate, dove l' emergenza non è finita”. All' interno della nota disposta in pieno accordo, comunque, si auspica come azione prioritaria lo spostamento di posti dall' organico di fatto a quello di diritto. A conclusione, poi i Sindacati si rivolgono a Governo, Comuni, Province e Regione affinchè si dedichino a “garantire il diritto all' Istruzione come valore istituzionale”.

Luana Cinti, esponente dell' Italia Dei Diritti e vice responsabile per la Scuola e l' Istruzione, in merito commenta: ” L' esempio dell' Emilia Romagna è indicativo di quanto la Scuola, e l'organizzazione pronta e accurata – da parte del Ministero di competenza – di un organico appropriato alle esigenze delle diverse realtà scolastiche suddivise per ordine e grado, rappresenti un punto centrale sul quale il confronto ancora una volta porta alla luce elementi scoraggianti, a carattere emergenziale. L' incremento del numero degli studenti all' interno degli Istituti e pertanto in ciascuna classe, non potrà che acuire ed aggravare le già note difficoltà nel disporre e applicare, a partire da un preciso piano di intervento, efficaci soluzioni, facilitando al contrario il manifestarsi di tutta una serie di criticità legate alla qualità della didattica facilmente prevedibili, e di fatto già ampiamente testate. I Sindacati hanno emesso una nota congiunta che vuole essere non soltanto la presa d'atto di una situazione allarmante, bensì un monito ed una invocazione ad operare perchè la Scuola torni ad essere una chiara e decisa priorità nell' agenda di Governo. A fronte di un aumento generalizzato di studenti a livello nazionale, con punte rilevanti in regioni come l' Emilia Romagna, è impensabile perseverare sulla strada dei tagli o di una messa a disposizione assolutamente esigua di risorse in termini umani ( con riferimento anche agli Ata) ed economici per l' impostazione del lavoro nei singoli plessi. E' fondamentale riappropriarsi delle tematiche vere e improrogabili legate al funzionamento positivo e costruttivo della scuola come Istituzione che a tutti i livelli promuove un percorso completo di crescita della persona, poichè diversamente saremo destinati a raccogliere soltanto i cocci di politiche sbagliate, inappropriate e svilenti del significato reale della realtà scolastica. Le scuole dell' Emilia colpite dal terremoto del maggio scorso attendono ancora di ritornare ad una piena normalità, ed il pericolo è che i tempi delle risposte dovute e delle certezze si dilatino ulteriormente. Come non soffermarci, poi, sulla drammaticità della condizione di tanti bambini e ragazzi diversamente abili privi di adeguato sostegno, ovvero di un docente che si metta al loro fianco e li aiuti con le proprie competenze, in un rapporto uno ogni due al massimo, a seguire un programma di studio e socializzazione come è nel loro pieno e basilare diritto? E' necessario comprendere la necessità di rimodulare l'intera organizzazione e gestione del personale da assegnare, con un progetto a lungo termine, riflettendo su come effettuare un valido passaggio di figure professionali all' organico di diritto”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti

italiadeidiritti@yahoo.it

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