“ Possibile che dobbiamo assistere inermi a questa ecatombe del terziario commerciale al Vomero senza che venga mosso un dito da parte delle istituzioni competenti? Che si debbano perdere non solo la storia commerciale di una città ma tanti posti di lavoro, con il notevole indotto che generano, con la chiusura di aziende anche antiche, tramandate di padre in figlio, e che hanno costituito per decenni il vanto del quartiere collinare nel commercio? “. Sono queste le domande che ancora una volta pone Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che con rabbia e delusione ogni giorno è costretto a registrare nuove chiusure di esercizi che dalla sera alla mattina decidono di abbassare le saracinesche. Oramai al Vomero non c’è strada che ne sia esente. Almeno una decina i negozi chiusi nel solo tratto di via Scarlatti tra via Morghen e via Kerbaker.
“ Oggi nel mio giro abituale tra le strade del quartiere mi trovavo nella centralissima via Bernini – racconta Capodanno -. Partendo da via Cimarosa mi sono imbattuto dopo pochi passi in un primo esercizio commerciale, presente sin dagli inizi degli anni ‘70, la “Boutique della Carne”, ritenuta a giusta ragione una delle migliori macellerie del Vomero se non di tutta Napoli. Ebbene era chiuso, cosa che peraltro avevo già osservato nei giorni scorsi “.
“ Non ho fatto a tempo a superare la delusione – prosegue Capodanno – che mi sono imbattuto in un’altra saracinesca abbassata, quella del negozio di abbigliamento per bambini “Peter Pan” sempre in via Bernini. Un marchio che come si legge sulla vetrina risale al 1947, oltre 60 anni di vita. Credo che in tanti lustri di attività non ci sia mamma che non abbia comprato un vestitino da Peter Pan per i suoi bambini “.
“ Eppure – ricorda Capodanno – avevo visto il negozio aperto fino alla settimana scorsa. Un ricordo molto vivo, perché era uno dei negozi che aveva anche due belle piante che adornavano l’ingresso. Sparite anche quelle oltre a tutta la merce esposta in vetrina “.
Capodanno ancora una volta attacca la Regione Campania, “rea” di non aver ancora approvato una legge per la tutela dei locali storici, così come hanno già fatto da tempo altre Regioni come il Lazio e la Lombardia, ed il Comune di Napoli che a differenza di quanto hanno già fatto i Comuni di Milano e di Roma non ha ancora realizzato l’albo delle “botteghe storiche”.
“ La Regione Campania ed il Comune di Napoli marcano, anche rispetto a questo problema, forti ritardi – sottolinea Capodanno -, contribuendo così alla perdita di pezzi importanti della storia partenopea, come hanno dimostrato anche recenti vicende alla ribalta delle cronache, “.
“ Così come le associazioni di categoria, invece che limitarsi a lanciare solo allarmi – conclude Capodanno – dovrebbero mobilitarsi affinché gli Enti preposti adottino in tempi brevi i provvedimenti di rispettiva competenza, prima che a Napoli ed in Campania scompaiano del tutto i locali storici, potenziali destinatari di una tale tutela “.