RIFLESSIONI: ORA BASTA

Siamo entrati nel secondo trimestre di questo “tribolato”2013. Davanti a noi perdura una situazione socio/politica complessa e d’immutato condizionamento. Dato che non è possibile fare dei consuntivi utili sui primi novanta giorni che ci siamo lasciati alle spalle, resta da verificare il “ panorama” politico in area d’elezioni presidenziali. Secondo dati certi, in Italia, per il 2012, un milione di posti di lavoro sono scomparsi. Quindi, un milione di disoccupati in più da tenere in debito conto. Ovviamente, la situazione sul fronte occupazionale è assai più critica di quanto può apparire a prima vista. Certo è che l’instabilità politica ha giocato il suo deleterio ruolo. Anche i più “distratti” si sono resi conto che l’Azienda Italia è in profonda recessione ed il Parlamento è bloccato per mancanza di un Esecutivo che consenta di legiferare. Del resto, se lo scorso anno non è stato benevolo, pur col Governo Monti, il 2013 sarà, certamente peggiore. Torneranno alla ribalta fonti d’attrito tra forze sociali ed imprenditori. Manca sempre una piattaforma di discussione sul futuro reale del Paese. Sfugge, in modo preoccupante, una ragione capace di ridare attività ai cicli produttivi. Non c’è neppure una sorta di disponibilità politica latente per tentare di modificare le regole del gioco. Mancando una linea unitaria d’azione, tutto il resto appare consequenziale. Del resto, non è solo il fronte occupazionale ad essere tragicamente coinvolto. C’è anche l’impossibilità di modificare gli errori che sono riconosciuti come tali sia a “destra”, al “centro” ed a “sinistra”. Non è detto che, per “tagliare fuori” il M5S non sia possibile una cobelligeranza Tra Bersani e Berlusconi. Insomma, non è del tutto da scartare l’ipotesi di un Governo di salute pubblica; una volta espresso il “placet” per una serie di provvedimenti che siano accettabili dai due schieramenti oggi ancora in antitesi. Certo è, che nell' attesa di una convergenza sul nome del nuovo Capo dello Stato, anche a livello parlamentare la discussione non sarà priva di polemiche e contrasti. Torneranno alla ribalta le volontà dei “singoli”; oltre la logica dei gruppi. Dietro questa realtà, c’è un Paese, profondamente demotivato, che chiede di conoscere i “risultati” della riflessione prima delle decisioni finali. Decisioni che, bene o male, dovranno essere assunte entro il mese e non oltre. Se la XVII Legislatura sarà pluralistica, forse si potrà operare per frenare il ciclo involutivo investendo per l’Italia e non per le strategie elettorali. Per frenare la china, servono posti di lavoro e nuovi crediti internazionali. Quelli che, per ovvi motivi, oggi non ci sono concessi. Per cambiare il sistema dall’interno non si può lasciare alla deriva la complessa struttura nazionale. Non basta, salvare i principi, quando manca l’indispensabile. A questo punto, con gran responsabilità, ci chiediamo se i politici terranno, finalmente, conto di un malessere generale che potrebbe avere conseguenze ancor più funeste. Il tempo delle riflessioni volge al termine. La clessidra è quasi vuota. Meglio provvedere; prima che sia il Popolo a decretare il “basta”.

Giorgio Brignola

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