IL FATTO
“In un momento in cui si parla quotidianamente di crisi economica, di evasione fiscale, della necessità per lo Stato di recuperare entrate e contributi il cittadino italiano deve subire anche il disagio di doversi arrampicare sugli specchi per poter versare quanto dovuto appunto allo Stato.
Dico questo in quanto stasera (4/04/2013) ho perso due ore di tempo per non concludere nulla se non una grossa arrabbiatura ed una grande frustrazione, vi chiederete di cosa mi sto lamentando e quindi di seguito la risposta: l’INPS quest’anno non invia il CUD ai contribuenti e neanche il prospetto dei contributi da versare di cui la prima rata scade a breve, ebbene il sottoscritto, pur dotato di tutte le strumentazioni informatiche ed anche di sufficienti capacità operative non è riuscito con l’accesso al sito www.inps.it ed anche con l’assistenza del call center dedicato a scaricare questi documenti, figuriamoci in che condizione si trovano tutte quelle persone che ancora non sanno neanche accendere un computer e di tutti quelli che non lo possiedono nemmeno, si ritiene forse che la soluzione più semplice sia quella di rivolgersi ad un CAF? A parte la spesa di € 3,50 non si è considerato la perdita di tempo, il disagio per le persone non autosufficienti (in particolare quelli che devono rivolgersi al servizio della Misericordia per ogni necessità che li costringe ad uscire di casa) , i tempi di percorrenza le code interminabili, le condizioni metereologiche avverse??.
A mio parere siamo difronte ad un accanimento nei confronti del cittadino che già è vessato da tante difficoltà quali: la precarietà del posto di lavoro, i sacrifici per arrivare alla fine del mese, le tasse impossibili, la paura di mettere al mondo dei Figli, il teatrino della politica, le beffe della comunità europea…e chi più ne ha più ne metta.
Sono certo che questo mi grido rimarrà un urlo nel deserto e che non riceverò alcuna risposta, ma almeno ho scaricato un po’ di quella rabbia e di quella amarezza che per questa sera mi hanno riempito lo stomaco ancor prima di sedermi a tavola.”
Franco Vannucci