Della figura del nuovo Papa venuto "dall’altra parte del mondo" parla lo speciale "Francesco, Papa della tenerezza" del Messaggero di sant’Antonio

Della figura del nuovo Papa venuto “dall’altra parte del mondo” parla lo speciale “Francesco, Papa della tenerezza” del Messaggero di sant’Antonio, il mensile cattolico più diffuso al mondo che raggiunge 160 Paesi con oltre 1 milione di copie in 8 lingue e 7 edizioni.
Le dieci pagine dello speciale sono firmate dai giornalisti Aldo Maria Valli, Carmen Lasorella, Giulia Cananzi, Alberto Friso e Laura Pisanello.

“Il gaudium annunciato dalla loggia della Basilica di San Pietro la sera del 13 marzo è stato davvero magnum, contagioso e traboccante, ha toccato i cuori e guarito molta tristezza nella Chiesa e alcuni pregiudizi contro di essa” scrive Ugo Sartorio, direttore della rivista, nell’editoriale del numero di aprile dal titolo Francesco, dolce sentire, che così si chiude: “Un ringraziamento, sulla falsariga del Cantico delle creature: Laudato si’ mi Signore perché fai bella la tua Chiesa con doni stupendi / Laudato si’ mi Signore per frate papa Francesco!”.

Nello speciale vengono riportati anche due testi particolarmente significativi dell’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, sull’umiltà come alta virtù cristiana e sul superamento della corruzione.

Il corrotto, sostiene papa Francesco, “ha la faccia da “non sono stato io”, faccia “da santarellino”, come diceva mia nonna. Si meriterebbe un dottorato honoris causa in cosmetica sociale. E il peggio è che finisce per crederci”.

Aldo Maria Valli, vaticanista del Tg1 e collaboratore del “Messaggero di sant’Antonio”, tratteggia un inedito ritratto del nuovo Papa a partire dalla sua storia e dalle sue parole. “Papa Francesco – scrive Valli – è un uomo semplice, ma sa che cos’è la complessità. E sa che cosa vuol dire governare la barca di Pietro in un mare agitato. Ha dalla sua la forza tranquilla del Vangelo. È in grado di guidare la Chiesa senza retorica, senza proclami, ma con gesti e decisioni essenziali. Le sue parole preferite sono “fratellanza”, “amore”, “cammino”, “croce”. Ma ce n’è una che prevale su tutte: “misericordia””.

Il nuovo Papa unisce sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti, a san Francesco d’Assisi, fondatore dei francescani. Per questi ultimi interviene nello speciale del “Messaggero” fra Mauro Gambetti, nuovo Custode del Sacro Convento di Assisi: “San Francesco – dichiara il religioso – ancora addita la via dell’umiltà e della semplicità evangelica, la via tracciata da Cristo povero e crocifisso, la via che il nuovo Pontefice ha indicato con le prime parole rivolte alla Chiesa”.

Gli fa eco il gesuita padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, che sottolinea: “Ignazio si è posto sotto l’obbedienza diretta del Papa circa missiones, ovvero per le missioni. Alla luce di ciò, mi piace pensare a Francesco come a un Papa che servirà la Chiesa con uno sguardo globale alle urgenze e alle grandi sfide dell’oggi”.

Chiudono il dossier due pagine dedicate a fra Carlos de Dios Murias, frate del Santo, argentino, assassinato dalla dittatura militare nel 1976. Il cardinale Bergoglio, nel maggio 2011, ha firmato l’apertura della causa di investigazione diocesana, tanto che alcuni quotidiani italiani hanno sostenuto che fra Carlos sarebbe diventato il primo santo del nuovo Papa.

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