FEDI (PD): Riaprire il confronto sulle proposte di riforma per il personale a contratto della rete diplomatico-consolare nel mondo

La situazione del personale al contratto della rete diplomatico-consolare italiana nel mondo è particolarmente grave.

Parliamo di una categoria di lavoratori a contratto che è composta da diverse tipologie. Andrebbe realizzata, anzi, una ricognizione seria, basata sull’esame delle caratteristiche contrattuali individuali, predisponendo una riforma complessiva in grado di ristabilire equità e parità di trattamento.

Per questi lavoratori le retribuzioni sono bloccate da molti anni e ancora oggi gli aumenti previsti non sono stati corrisposti. Si tratta in ogni caso di aumenti comunque insufficienti a garantire un equo recupero rispetto all’aumentato costo della vita nei paesi di impiego. Analogamente, la corresponsione in euro delle retribuzioni ha influito negativamente sul valore degli stipendi e sul potere d’acquisto. Il personale chiede il pagamento delle retribuzioni in valuta locale, oltre agli aumenti minimi previsti.

A questa situazione, complessivamente negativa si aggiungono, per il personale a contratto impiegato in Australia, l’incertezza legata alla chiusura dei Consolati di Adelaide e Brisbane e la situazione della tassazione in loco delle retribuzioni, così come previsto dalla Convenzione bilaterale in materia fiscale.

L’Ambasciata ha diramato istruzioni specifiche ai Consolati imponendo la tassazione in loco di tutto il personale a contratto locale. Dal 1° gennaio il personale a contratto locale in Australia vede la propria retribuzione tassata in Australia, i Consolati agiscono come sostituto d’imposta nonostante non vi sia ancora un contratto collettivo o individuale nazionale australiano in base al quale operare tali ritenute.

In rapporto al tema contrattuale dobbiamo ricordare, infatti, che un contratto dovrebbe prevedere norme in linea con la legislazione locale per quanto attiene alle condizioni generali di lavoro, alle retribuzioni e al fondo pensione australiano, la superannuation.

La predisposizione di un contratto locale, che contempli allo stesso tempo disposizioni obbligatorie nel sistema nazionale italiano e assicuri il pieno rispetto di tutte le norme locali e nazionali, appare complesso.

Pare altresì di impossibile realizzazione l’armonizzazione della posizione previdenziale INPS con un fondo superannuation. Non solo per la incumulabilità dei due fondi e per la non trasferibilità dei due fondi, ma perché alla base deve esserci, comunque, la volontà dell’assicurato che in ogni caso perderebbe diritti acquisiti.

Nei prossimi giorni chiederemo un confronto a livello parlamentare per riprendere il percorso di riforma di tutto il regime contrattuale, oltre a chiedere l’applicazione piena delle norme sui diritti sindacali.

Per quanto mi riguarda, confermare il mio impegno in questo campo non risponde solo alla giusta richiesta di tutela e di equità da parte di una categoria di lavoratori ma soprattutto all’esigenza di porre le condizioni concrete affinché, proprio da una migliore organizzazione di una parte del personale operante nelle nostre strutture all’estero, diventato negli ultimi anni sempre più indispensabile, si arrivi ad un reale miglioramento dei servizi ai nostri concittadini e ad un’immagine più credibile del nostro Paese.

On. Marco FEDI
Camera dei Deputati
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