AVREBBE FATTO MEGLIO A DIMETTERSI ?

Di Carlo Zaga

Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.

Questo e’ quanto e’ scritto nella Costituzione, quindi fra due settimne circa il president della Camere deve convocare il parlamento per l’ elezione del nuovo Capo dello Stato. Non voglio qui’ azzardare nessuna interpretazione dell’ artcolo 85 della Costituzione, resta il fatto che se il Capo dello Stato fa delle scelte di governi pseudoisituzionali, questi fra circa un mese passarenno al nuovo Capo dello Stato. Se e’ vero che dopo le elezioni del nuovo Capo dello Stato sono prorogati i poteri del Presidente uscente, non avrebbe fatto meglio a dimettersi, viso che dal 15 aprile, il suo potere decisionale termina? Volendo o nolendo prima o poi se le forze politiche in Parmamento , continuano sul binario della non collaborazione, si andra’ per forza maggiore alle elezioni anticipate, quindi spettera’ al vuovo Capo dello Stato sciogliere le Camere. La scelta da parte del Presidente della Repubblica Italiana uscente di ulterior tentativi, anche pseudoitituzionali, non fa altro che prolungare l’ agonia ad un Paese gia’ con l’ acqua alla gola e in stato confusionale. Il popolo italiano chiede un parlamento rappresentativo e un governo legittimo, che rispecchi la realta’ del Paese. Avrebbe fatto meglio a dimettersi e lasciare le decisioni di formare una qualsiasi forma di governo legittimo al nuovo Capo dello Stato, oppure elezioni anticipate a giugno. Con la decisione di non dimettersi, cercando di recuperare il recuperabile non fa altro che lasciare al nuovo Capo dello Stato un patata da bollente ad ardente. Rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitano di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, significa innanzi tutto prevenire i conflitti sociali tra categorie sociali. I principi equalitaristi e solidaristi sono la piattaforma su cui e’ basata la nostra Repubblica e in oltre sessant’ anni il legislatore ha ignorato in toto questi principi fondamentali e inviolabili della nostra Democrazia. Se in politica (anche quella con la p minuscola dei giorni nostri) non si capisce che senza eguali oppotunita’ a tutti e solidarieta’ da tutti, non vi potra’ mai esserci un evoluzione democatica. La “disattenzione” da parte del “legislatore”di questi due dettami costituzionali in decenni ha partorito le caste, politiche, giornalistiche, partitocratiche e dei poteri forti, finanze, banche e imprenditorie, queste sono le ragioni dell’ attuale situazine di stallo socio/politica italiana. Qui non occorre piu’ fare un passo indietro, di fiaco o avanti per risanare un Paese alla deriva, occorre invece dare un dietro front in toto e analizzare passo dopo passo, dove la politica ha sbagliao e riparare e prevenire. Cio’ che ha reso possible gli attuali andazzi e’ stato quello di non credere al concetto che dopo i periodi di vaccge grasse, arrivano puntuali quelle di vacche magre. Voi credete che i poteri forti nel 2008 non sapessero dell’ arrivo della ennesima crisi economica? Personalmente penso proprio di si! In quasi un decennio il debito pubblico italiano e’ aumentato in media di 100 miliadi all’ anno, superando i 2 mila milardi, parimente all’ evasione fiscale, se poi ci aggiungiamo i 60 miliadi della corruzione politica/amministrativa, abbiamo un scenario disastroso della gestione della Res Pubblica, da parte della politica. La cosa che mi ha dato sempre fastidio da parte della politica passata e presente e’ quello di ascoltare ad ogni inizio di nuone legislature la fatica frase:” Abbiamo ereditato il debito pubblico. La questione e’ che i politici da oltre quaranta anni stanno concorrento ad una corsa a staffetta e di tanto in tanto si passano il “testimone” scomodo. Detto quest oil novo parlamento dovrebbe concentrarsi con o senza governo di indirizzarsi verso una democrazia che sappia amalgamare i due principi sopra menzionati.

C. Zaga

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