Siamo all’Anno Zero.
Perché al prossimo e vicino giro ci troveremo necessariamente a un bivio. Il bivio tra il recupero di credibilità della politica di fronte ai cittadini e il definitivo collasso del sistema. Questa volta sarà vietato sbagliare, saremo coinvolti tutti, necessariamente chiamati a dare una risposta a una richiesta fin troppo a lungo disattesa.
E in questo gioco per primo il Partito Democratico si trova ad un bivio: quello tra il tentativo di sopravvivere a se stesso, nelle forme e nei contenuti visti fino ad ora e il lancio di una sfida, la voglia crescere, di osare, di diventare finalmente quel contenitore di idee e di persone, quella sinistra riformista che in tanti abbiamo auspicato.
Significa questo che tutto ciò che abbiamo fatto fin qui sia da buttare? Assolutamente no. Dobbiamo tenerci stretto il processo costituente che nel 2006-7 favorì l’avvicinamento alla politica di tanta e sana società civile, l’idea delle primarie per la premiership e delle parlamentarie, e la voglia di costruire programmi condivisi.
Possiamo dirlo che dei passi avanti, a partire dal 2006, li abbiamo fatti: ma tante cose ancora dobbiamo migliorarle.
Le primarie e le parlamentarie dovranno essere aperte sul serio, anche alla rete internet, basate su regolamenti chiari, e svolte in tempi normali, non sulla base di emergenze e straordinarietà.
E lo stesso valga per i programmi, che vanno costruiti e dibattuti in rete.
E’ questa la principale lezione che il Movimento Cinque Stelle ci ha dato. L’utilizzo delle rete quale vero motore di democrazia partecipativa nell’Italia del nuovo millennio.
Oggi siamo chiamati a rimettere in moto quell’idea di riformismo, di partecipazione, di coinvolgimento, di presenza, di ascolto che da sempre ci appartiene ma che non siamo ancora riusciti a concretizzare.
E per questo occorre una ripartenza.
Un Anno Zero del PD: l’apertura di un Cantiere Politico e Programmatico, in un’ottica di rinnovamento generale e profondo, con scelte radicali irrinunciabili, che rimetta al centro i cittadini, che veda la rete Internet come potente mezzo partecipativo e garanzia di trasparenza, i nuovi linguaggi comunicativi come una risorsa e non come un limite, il pluralismo nei fatti e non nelle parole come arricchimento per tutto il Paese.
Un cantiere che porti alla costruzione di una nuova classe dirigente diffusa che ci guidi verso la riaffermazione della dignità del popolo italiano, in una prospettiva europea, per la ripresa del cammino verso gli Stati Uniti d’Europa.
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