“Il mondo non è mai stato così buono”, ma c’è poco da rallegrarci

Mario Calabresi su La Stampa del 9 marzo scrive un articolo dal titolo: “Altro che violenza, il mondo non è mai stato così buono. La maxi-ricerca del linguista americano Pinnker: viviamo nell’epoca più pacifica di sempre”. Scrive, Calabresi: “Il libro vi convincerà di essere nati nell’epoca giusta. Il volume di cui parlo si intitola «Il declino della violenza», porta un sottotitolo esplicativo («Perché quella che stiamo vivendo è probabilmente l’epoca più pacifica della storia») e ci racconta la storia dell’umanità come un percorso di pacificazione e civilizzazione, certo non lineare e definitivo, ma in cui si registra una vera e propria rivoluzione umanitaria”. Nel 1900 la popolazione mondiale era di 1,6 miliardi, oggi dovrebbe superare i sette miliardi. Mario Calabresi forse si rallegrerebbe un po’ meno se si chiedesse quante persone, soprattutto donne e bambini, per mille motivi soffrono oggi, e quante persone per mille motivi soffrivano un secolo fa. Forse si rallegrerebbe un po’ meno se pensasse che rispetto alle generazioni passate, siamo maggiormente responsabili della sofferenza di tanta parte dell’umanità, giacché maggiormente consapevoli del diritto d’ogni individuo a vivere dignitosamente. Forse si rallegrerebbe un po’ meno, il buon Calabresi, se pensasse che nonostante il meraviglioso percorso di pacificazione e civilizzazione, ogni tre secondi muore un bambino sotto i cinque anni. Se pensasse che nel mondo ogni otto minuti viene uccisa una donna. E che nel nostro civile felice pacifico paese, l’Italia, gli uomini uccidono una donna ogni tre giorni. Allegria, allegria!

Elisa Merlo

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