LA PAURA DI GOVERNARE

“Caro amico ti scrivo, cosi’ mi distraggo un po'
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.” Cosi’ scriveva il sommo cantante alcuni anni fa ( grazie Lucio )

Noi popolo italico al di là di avere molte sfaccettature talentuose siamo degli ottimi casinisti. L’ attuale crisi istituzionale (chiamiamola con il suo nome) e’ dovuta al fatto che il famoso porcellum ci ha condotti in quella sistuazione di stallo che tutti scongiuravamo. Al di la della non maggioranza in Senato, che ci ha riportati ( e diciamolo) indietro di un ventennio prima ancora del mattarellum (ditelo) quando per avere un governo bisognava fare delle alleanze post-elettorali. Con il porcellum questa e’ una realta’ che potrebbe ripetersi all’ infinito e non solo la storia ci ha appena insegnati che con l’ attuale trasformismo politico “incostituzionale”, il partito di Bersani potrebbe perdere la maggioranza anche alla camera
Io penso invece il problema non e’ solo fare un governo con Grillo di minoranza o un governissimo con Berlusconi, ma denoto una paura da parte di tutte le forze politiche attualmente elette, di governare un Paese quasi alla bancarotta (non ancora allo sbando) La realta e’ che in campagna elettorale i nostril bravi “(in)cantatori della politica”, hanno fatto tutti delle promesse che in base al debito pubblico e un pareggio di bilancio in Costituzione ( da questo anno) non potranno mai mantenere, senza ulteriori tagli alla spesa pubblica, spesa ad avviso di tutti gia’ alla frutta, a meno che non si vogliono tartassare di nuovo le fasce piu’ deboli. La situazione non e’ anomala il 15 il Capo dello Stato iniziera’ le sue di “tavolate” e dara’ l’ incarico a chi ha ottenuto la maggioranza relative al Senato, se questi non sara’ in grado di produrre un governo che raggiunga la maggioranza assoluta, potra’ volendo passare l’ incarico alle opposizioni, dopo ci che non puo’ che indire buove elezioni. L' idea di un nuovo governo tecnico o la continuazione del governo Monti e' da scartare, nel primo caso, avviene solo se un governo normale ad un certo punto della legislature non e’ piu’ in grado di governare, nel secondo, e’ un governo dimissionario e il suo Primo Ministro si e’ presentato alle elezioni e le ha perse. Quindi o i nostri bravi “(in)cantatori della politica” iniziano a dialogare (cosa alquando sconosciuta in Italia) oppure cari amici lontani (e vicini) , preparatevi a nuove elezioni a giugno.

Carmine Gonnella
Progetto Pie
Londra

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