Il maltrattam​ento delle donne e il femminicid​io non sono in cima ai pensieri dei nostri politici

Si è visto ieri sera, 14 febbraio, durante la trasmissione Linea Notte. “Poiché i politici si lamentano spesso che noi non parliamo di cose concrete, che cosa può fare concretamente la politica per risolvere il grave problema?” (ho citato a memoria). La domanda di Maurizio Mannoni, era rivolta a Gianfranco Fini, a Gaetano Quagliarello e a Marco Cappato. Ed ecco, all’incirca, le concretissime risposte. Gianfranco Fini ha parlato genericamente di “promozione della cultura di rispetto per le donne”, e si è augurato che, come si è fatta una legge contro lo stalking, se ne faccia una anche contro il femminicidio. Il che significa che l’uccisione di una donna giacché tale, dovrebbe essere un reato più grave di chi uccide per altri motivi. Ma potrebbe mai bastare questo ad arginare il vergognoso fenomeno? Concreto suppergiù alla stessa maniera, Quagliarello ha affermato che non è tanto un problema di leggi, quanto di cultura. Ma guarda! Nessuno lo sapeva. Più concreto è stato Marco Cappato, solo che anziché dire che cosa si dovrebbe fare, perlomeno nel nostro Paese, ha riferito ciò che il Partito Radicale ha fatto riguardo al triste costume dell’infibulazione. Nessuno si è sognato di accennare a qualche concreta misura per combattere il femminicidio. Come cambiare la mentalità soprattutto degli uomini, ma anche delle donne. E’ evidente che Fini e Quagliarello (e quanti altri politici?) non hanno mai affrontato seriamente il problema, e forse non hanno mai letto un libro sulla relazione tra i generi. Avrebbero, infatti, potuto dire, ad esempio, che la relazione tra i generi dovrebbe diventare materia di studio nelle scuole d’ogni ordine e grado, avrebbero potuto dire che è necessario istituire corsi per la preparazione degli insegnanti, avrebbero potuto accennare (ma ne avranno mai sentito parlare?) al metodo Scotland, grazie al quale a Londra da 49 omicidi di donne vittime di violenza domestica nel 2003, si è passato a cinque omicidi di donne nel 2010. Ricordare continuamente la sofferenza e la morte di tante donne per colpa degli uomini, nel mondo e anche nel nostro Paese, è cosa giusta, ma è più importante conoscere, suggerire, mettere in pratica tutte le misure necessarie per combattere il fenomeno, che sembra lasci indifferenti non solo i politici ma anche la Chiesa. Mai sentito un vescovo dire una parola riguardo al femminicidio in Italia e nel mondo. Possiamo sperare nel prossimo papa?

Renato Pierri

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