A Bologna gli animalisti digiunano per chiedere una legge contro la catena per i cani, il commento della Cinti

La vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna: “La cura e l' impegno costanti rivolti alla tutela della salute e del benessere di tutta la collettività, non possono escludere l'intervento consapevole a favore del mondo animale con le sue specificità, poichè la renderebbero profondamente incompleta e distante rispetto ai valori positivi che professa ed insegna ai suoi cittadini”

Bologna, 1 febbraio 2013 – A Bologna, una trentina di persone silenziose, munite di cartelli e con una simbolica catena al collo, si sono recati davanti agli edifici della Regione di via Aldo Moro per chiedere che si adotti una legge, o semplicemente un emendamento alla normativa attuale, che permetta di abolire la inaccettabile pratica di tenere i cani legati ad una catena. Questo perchè, secondo l' opinione dei manifestanti, si impedisce agli animali di muoversi in libertà e condurre una vita dignitosa. Un giovane ravennate di trent' anni, di nome Davide, ha in virtù di tale causa intrapreso lo sciopero della fame e a breve inizierà anche quello della sete. Le sue parole in merito sono state eloquenti: ” Con il digiuno voglio attirare l' attenzione su una pratica incivile, ci sono animali che vengono incatenati sin da cuccioli e trascorrono la vita in perpetuo ergastolo. Nel terzo millennio tutto questo è inaccettabile e chiediamo che per legge venga abolito”. Accanto al ragazzo si sono schierate le maggiori associazioni animaliste, tra le quali l' Enpa, l' Oipa, Essere Animali e Lav, la lega anti vivisezione, che per sostenere Davide si è impegnata ad organizzare uno sciopero della fame a staffetta, con una apposita iniziativa partita a Capodanno e monitorata attraverso il blog “Una proposta di civiltà per una Regione migliore”, che ha raccolto quasi cinquemila firme. Secondo i manifestanti, etologi e veterinari sarebbero stati i primi a sollevare la questione, e intanto uno di loro ha tenuto a commentare: ” Potrebbe sembrare riduttivo essere qui a protestare contro l' uso della catena per i cani, ma questo tema simboleggia il nostro impegno contro ogni forma detentiva adottata nei confronti degli animali”. Da parte di alcuni Consiglieri Regionali è stato ribadito l' interesse e l' impegno affinchè si continui sulla strada di una proposta di legge in aula, a tutela del benessere degli animali. Davide, dal canto suo, ha affermato con decisione che non si fermerà qui e anzi si augura che l' emilia Romagna diventi una Regione modello dalla quale trarre un esempio per le altre realtà regionali, anche perchè oggi in Italia non esiste una specifica legge contro l' utilizzo della catena per i cani e finora le Istituzioni si sono espresse esclusivamente in merito alla vivisezione”.
Luana Cinti, esponente dell' Italia Dei Diritti e vice responsabile per l' Emilia Romagna dichiara: ” Assolutamente vera e densa di significato l' affermazione di Ghandi, tra l' altro citata da uno dei manifestanti intervistati, secondo la quale “la grandezza di una Nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui si trattano gli animali”. La cura e l' impegno costanti rivolti alla tutela della salute e del benessere di tutta la collettività, non possono escludere l'intervento consapevole a favore del mondo animale con le sue specificità, poichè la renderebbero profondamente incompleta e distante rispetto ai valori positivi che professa ed insegna ai suoi cittadini. L'umanità di un popolo e il rispetto che quotidianamente vengono definiti elementi essenziali di una società evoluta, attenta e consapevole del proprio potenziale in termini di tutela dei diritti, passano necessariamente attraverso la salvaguardia della dignità degli animali, così spesso nostri compagni di vita e in modo particolare dei bambini, nei confronti dei quali dobbiamo concretamente impegnarci a veicolare modelli realmente educativi e mai contraddittori quando parliamo dei loro beniamini. Se la violenza e l' abbandono, così come i maltrattamenti e le umiliazioni vengono bollati come scandalosi tra gli umani, non possiamo ignorare questi incresciosi comportamenti e pratiche quando si tratta degli amici a quattro zampe. E' dovere delle Istituzioni, insieme alle famiglie e in piena collaborazione con le numerose associazioni preposte, adoperarsi per garantire e preservare il mondo animale in tutti i suoi aspetti, compresa appunto l' opera di sensibilizzazione sociale e la battaglia contro il ricorso alla catena o a gabbie, le quali, come avviene ad esempio in alcuni canili, sono inadeguate dal punto di vista delle condizioni igieniche e di fatto impediscono il libero movimento, facilitando l' insorgere di manifestazioni di paura e reale sofferenza. Tocca a tutti noi non dimenticare di occuparci degli animali considerando l' importanza di leggi e provvedimenti che siano il chiaro segno di un interesse ed una volontà comuni in difesa delle loro molteplici esigenze”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna
italiadeidiritti@yahoo.it
http:/www.italiadeidiritti.it

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