ORA IL PARTITO C’E’

Si fa presto a scrivere d’economia. In Italia l’argomento è tanto delicato da non consentire più personali prese di posizione. Intanto, in ogni caso andranno le cose, il futuro del Paese appare predestinato. Questa è la linea di chi ha imbastito una campagna elettorale atipica, anomala e, comunque, impostata sul catastrofismo per disorientare gli italiani che di problemi correlati alla sopravvivenza già ne hanno parecchi. Per l’ennesima volta, in questa Seconda Repubblica, nata vecchia e destinata a concludersi prematuramente, la selva dei partiti nazionali è intricata e non si riesce a ben capire dove finisca l’area “moderata” da quella “progressista”. Nell’arcobaleno di colori politici, spicca solo una tinta “neutra” che ha spiazzato tutti favorendo, forse, chi crede alle promesse di Pinocchio. Anche se le bugie, fortunatamente, hanno il naso lungo e si vedono bene. Nella strada della politica italiana non mancano le “croci”. Sono quelle degli italiani che non hanno ancora deciso come partecipare ai destini d’Italia. Se la confusione politica è una delle maggiori colpe che riconosciamo al sistema, non ci sentiamo di giustificare chi crede nel “rinnovamento” di chi ci ha portato alle “corde” dell’economia mondiale. La Penisola ha bisogno non solo d’uomini “nuovi”, ma di proposte percorribili totalmente differenti da quelle che ci hanno propinato sino ad ora. Gli arrivismi personali, e l’egoismo che è tipico della natura umana, non ci porteranno lontano. Con quest’andazzo, i problemi vitali del Paese sono solo posticipati. Di fatto, non saranno sanati. Perché è il sistema che non lo consente. Bisogna cambiarlo. Nel deserto d’iniziative politiche di questo Terzo Millennio, c'era poco da sperare. Dietro la scusa di “curare” l’economia nazionale, si preparava la solita manfrina di chi era solo capace di tirare il sasso e nascondere il braccio. Dopo tanta incertezza, finalmente, un segnale chiaro, determinato e politicamente unico. Prima di prendere una nostra posizione, lo abbiamo verificato a lungo e ci siamo resi conto della sua percorribile originalità. Per la prima volta, la politica ha fatto un vero e proprio passo avanti. Impensabile in Patria. Né Destra, né Centro, né Sinistra. Solo “Insieme per gli Italiani”. Nel motto del Partito ci sono le premesse per un futuro meno incerto e, oggettivamente, più in sintonia con l’Europa. “Insieme” ha radici lontane, ma molto ben radicate. Si è sviluppato in fretta; ma in modo non disordinato. I Candidati al Paralamento, ancor prima d’accettare la sfida elettorale, avevano evidenziato un loro programma che si è rivelato coincidente con quelle linee operative che avevamo caldeggiato tra i politici, sordi e ciechi, del Bel Paese. Quando si vuole girare pagina, gli inizi, non sempre, evidenziano le finalità. Questa volta è stato diverso. “Insieme” ci ha convinto perché non è “figlio” del sistema, non ha giochi di potere da tutelare e, soprattutto, è formato da uomini che sono in grado do coniugare i problemi economici del Bel Paese con le necessità di un Popolo frastornato ed indeciso. D’oltre frontiera avremo le novità politiche in sintonia con i problemi della Penisola. L’importante è entrare nel sistema per proporre i cambiamenti che, più che necessari, sono indispensabili. Lo scriviamo con molta obiettività perché, per la prima volta, c’è chi si candida senza forzata appartenenza ai Partiti nazionali. Quelli che ci hanno portato lungo una via che potrebbe essere senza ritorno. Dopo le prossime elezioni, inizierà la trasformazione del nostro Potere Legislativo. Si preporranno nuove norme per ridare stabilità politica ed economia alla terra di Dante. Potrà sembrare strano, ma non lo è: la nuova Italia potrà anche dipendere dai risultati che andranno ad evidenziarsi nella Circoscrizione Estero. Di fatto, ci sentiamo più rinfrancati. Un Partito indipendente ora c’è. L’Italia ne ha bisogno.

Giorgio Brignola

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