La parola ai poveri: lettera del 13 gennaio 2013 a don Primo Mazzolari di Marco Pezzoni

Sono passati 123 anni dalla nascita di Primo Mazzolari in una cascina appena
fuori Cremona. Ogni 13 gennaio, da qualche anno, ci ritroviamo con alcuni
gruppi di amici presso la Cascina San Colombano nella frazione Boschetto di
Cremona. Quest'anno abbiamo dedicato il nostro incontro a Mazzolari e i
poveri. Sentiamo che anche in Italia la crisi diventa più acuta e che
stringe le sue tenaglie su di un numero crescente di persone e di famiglie.
Vecchie e nuove povertà si sommano. Ma per parlarne oggi in modo adeguato
abbiamo bisogno di ricorrere a te, caro don Primo, alle tue parole, al tuo
cuore angosciato, alla tua sete di giustizia e al tuo invito a condividere
con i poveri le loro infinite sofferenze.

don Primo Mazzolari

Devo ammetterlo: di fronte all'immondezzaio di tanta televisione
spettacolo, di fronte all' irresponsabile ghigno di tanti potenti o
ex-potenti nel teatrino della politica, di fronte a giornalisti pagati
profumatamente per servire il proprio clan o gruppo di interessi, per osare
una parola sui poveri sento il bisogno di un'autorità credibile, della
mediazione intellettuale e spirituale di chi, come te don Primo, ha scavato
nell'autenticità della propria coscienza e ha tentato di farsi fratello al
povero.

Chi è sensibile alle ingiustizie e ha un cuore grande, si accorge che ci
sono tanti poveri. Chi ha meno carità e apertura, ne vede pochi. Chi è
chiuso nel proprio benessere, non ne vede nessuno. Questa la tua riflessione
di tanti anni fa, purtroppo valida anche oggi.

” Le vertigini del benestare prendono dapprima gli occhi: si ha bisogno di
non vedere. Chi ha poca carità, vede pochi poveri. Chi ha molta carità vede
molti poveri. Che strana virtù la carità ! Moltiplica i poveri per la gioia
di amare i fratelli, per la gioia di perdere la propria vita nei fratelli. E
non sbaglia la carità, non fantastica: vede giusto sempre. L'occhio della
carità è l'unico che vede giusto. ” Signore, quando mai ti vedemmo
affamato, senza tetto, ignudo o in prigione ? ( Matteo XXV, 44). “

Nello scritto ” La Parola ai poveri” per Mazzolari la carità va oltre la
statistica, va oltre l'elemosina e la filantropia, va oltre l'economia e la
logica del profitto, va oltre persino l'amore.

“Per conoscere i poveri non basta la statistica. Anche la politica, che
sembra aver dato coscienza ai poveri della loro forza, dei loro diritti,
della possibilità di riacquistare la libertà perduta, il più delle volte, in
realtà, li tradisce. I poveri, o sono il “sottoproletariato” di cui la
strategia rivoluzionaria si serve come forza d'urto e rottura, o l”oggetto”
di adescamento dei conservatori per rompere l'unità popolare.”

” Non basta neppure l'amore per conoscere i poveri : neppure l'amore di chi
si mette generosamente e concretamente a loro disposizione, pagando di
persona, e non con le parole e con i sacrifici degli altri, come troppo
spesso fanno i politici. Io credo che anche questa forma di conoscenza sia
incompleta e molte volte illusoria. Perchè è impossibile superare un
diaframma che realmente esiste, di capire cioè che cosa sia davvero essere
povero senza possibilità di elezione e di uscita.”

” I poveri sono scomodi, ingombranti, suscitano repulsione, intimidiscono.
E' facile dire una parola gentile a un uomo della nostra condizione. Si sa o
si può prevedere fino a che punto possa essere compresa. Ma non si sa mai
che cosa il povero capisce o non capisce. E' difficile misurare la
profondità del suo dolore e la superficialità del suo piacere.”

” Io non ho mai contato i poveri, perchè i poveri non si possono contare: i
poveri si abbracciano, non si contano. Eppure, c'è chi tiene la statistica
dei poveri e ne ha paura: paura di una pazienza che si può anche stancare,
paura di un silenzio che potrebbe diventare un urlo, paura di un lamento che
potrebbe diventare un canto, paura dei loro stracci che potrebbero farsi
bandiera, paura dei loro arnesi che poterbbero farsi barricata.”

” Sarebbe così facile andare incontro al povero! Ci vuol così poco a dargli
speranza e fiducia ! Invece la paura non ha mai suggerito la strada giusta.
Ieri la paura pagò i manganellatori, oggi non vorrei che foraggiasse i
reazionari, invece di cominciare finalmente un'opera di giustizia..Ma,
dicono, c'è da perdere oggi a far lavorare. E chi vi ha detto che si debba
sempre guadagnare quando diamo lavoro ? Prima del guadagno, c'è l'uomo :
prima del diritto al guadagno, c'è il diritto alla vita. “

” L'economia ha le sue leggi, ma tutti hanno diritto di mangiare. Tutti
siamo chiamati a dar da mangiare agli affamati su quello che abbiamo in
tavola. Produrre per l'uomo: non per il guadagno di qualcuno. Abbiamo
capolvolto il pensiero di Dio e i conti non tornano neanche per chi
guadagna, perchè deve fare il negriero per guadagnare.”

“Non raggiungeremo mai l'incontro lungo la strada delle concessioni. Fino a
quando ci sarà una classe che può concedere e una classe che può reclamare
un diritto, non avremo mai il ponte. Qualcuno trova più comodo e redditizio
distrarre e stordire il povero con dei divertimenti, onde fargli dimenticare
che ha qualcosa da chiedere, una richiesta di giustizia da presentare. Per
togliergli dignità, lo si stordisce. Ho l'impressione che, oggi, molti
borghesi e no, si assumerebbero volentieri, direttamente o indirettamente,
il poco nobile ufficio. I poveri che si divertono non fanno barricate: i
popoli che si abbrutiscono si possono comperare “.

“Senza una conoscenza umana del povero, non si arriva alla conoscenza
fraterna: l'uomo deve vedere l'uomo nel povero. Il ” compagno” non basta, il
” camerata” non basta, come non basta colui che è della nostra razza, della
nostra classe, della nostra nazione. “

Caro don Primo, oggi più di ieri, abbiamo bisogno della tua compresenza per
capire noi stessi e la strada difficile che dobbiamo percorrere per
rigenerare la società italiana, a partire dall'ascolto della voce degli
ultimi.

Mazzolari ed i Poveri. Convegno nel 123° della nascita di Don Primo ( video)

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o&catid=145:prima-pagina&Itemid=185

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