E’ imperativo ripristinare la democrazia rappresentaitva per una bilanciata governalita’ del Paese. In una democrazia rappresentativa, governare significa creare una struttura istituzionale di interazioni nella quale diversi gruppi politici si mostrano rispetto recipro in maniera pacifica senza che nessuno tenti di assimilare l’ altro (pluralismo) .Questo in effetti era il nostro sistema elettorale/legislativo prima dell’ introduzione della questione di fiducia (1970) e il mattarellum/porcellum (1994). Chiamatemi anche un nostalgico ma io all’ attuale sistema elettorale/legislativo, preferirisco un ritorno alla democrazia rappresentativa e partecipativa dei nostri padri fondatori (art. Cost. 67/94). Rappresentativa’ senza nessun sbarramento, preferenze ( personalmente eleggerei anche il presidente del consiglio con questo sistema sulla stessa scheda) e coalizioni di governi post-elettorali.( recipro in maniera pacifica senza che nessuno tenti di assimilare l’ altro ) Badate bene che ancora oggi pur con i premi di maggioranze, sbarramenti vari e liste bloccate, il pluralismo socio/politico e’ ancora il sale della nostra di democrazia, se si sbagliano l’ alleanze pre/elettorali i governi cadono. Dopo il bipolarismo pre/elettorale si sperava di passare ad un bipartitismo, cosi’ non e’ stato. Con il bipolarismo e al’ insegna di piu’ governabilita’ il cittadino, all’ indomani dell’ elezioni doveva sapere quale maggioranza avrebbe governato il Paese per l’ intera legislatura, cosi non e’ stato. Solvolando il 1994 perche’ il primo governo berlusconi ebbe vita breve, cadde sulla riforma delle pensioni. La Lega non “non mostro’ rispetto recipro”. La legislatura 96.2001 ci furono veri governi. Nel 2006 la coalizione aveva una maggioranza risicata al Senato cadde dopo due anni. Nell’ ultima l’ ultimo governo di berlusconi pur con una maggioranza di olre 100 parlamentari, e’ caduto perche’ un altro partner “non mostro’ rispetto recipro” e tutti sappiano quello che e’ successo dopo, voti di scambio e governo tecnico, ossia ub ritorno alle coalizioni post-elettorali.
Carmine Gonnella
Londra
