COSI’COME LA VEDIAMO

In Italia le certezze sono pochissime. Quelle politiche proprio non ci sono. A pochi mesi dalle elezioni, i partiti continuano a muoversi con differenti strategie. Spesso in antitesi ed a discapito di quella chiarezza di programma che pretendiamo. Quando le polemiche vincono su ogni ragionevole intervento costruttivo, qualsiasi ottimismo è già tagliato fuori. Al punto in cui si trova il Paese, bisognerebbe avere il coraggio, e la forza, d’affrontare i veri motivi della crisi italiana. La teoria, sempre rimasta tale, delle partite di governo “blindate” non serve più. Come non è servita per il passato. La campagna elettorale per le “Politiche 2013” c’è sembrata, da subito, anomale; anche se non scontata. La voglia di “nuovo” pare lasciare il posto allo “scontato” ed anche questo sentore ci turba e dovrebbe far riflettere anche i “duri” del fronte politico nazionale. Per chi non lo avesse ancora inteso, noi siamo per la chiarezza. Mentre scriviamo, e lo facciamo con tutta serenità, non vediamo uomo politico veramente in grado di garantire ciò che più ci preme; vale a dire una Maggioranza stabile nei tempi fisiologici della Legislatura. Sarà, forse, solo un’impressione, ma da noi mancano vere alternative alla governabilità del Paese. Le stesse possibili alleanze potrebbero non garantire, nel tempo, la stabilità dell’Esecutivo. Ritirare la “fiducia” continua ad essere il mezzo più banale per determinare una delle solite “crisi”nazionali. Anche perché, con i “politici” alla guida della Nazione, la “non sfiducia” non avrebbe ragion d’essere. Prima della fine di quest’inverno, i giochi saranno fatti, Per ora, riusciamo solo evidenziare una generalizzata voglia di cambiare; ma sempre con le vecchie regole. Come a scrivere che la “voglia” sarà disattesa. Come da programma. Sotto la linea delle possibili alleanze, ogni abbinamento potrebbe essere il migliore. Tant’è che la politica italiana si è trasformata, con un’etica camaleontica più che evidente, in “tripolare”. Quindi, per essere più pratici, nel Paese convivono una “destra”, un “centro” ed una “sinistra”. Con la possibilità d’infiniti abbinamenti per tentare d’ottenere una Maggioranza che possa realmente governare senza compromessi di sorta. L’Italia del dopo Monti ha bisogno di statisti che non ci sono. I politici servono a poco; soprattutto quelli di “lungo corso”. Andata in fumo la riforma della legge elettorale, ci sono forti ragioni per tener d’occhio il “centro”. Proprio perché ci appare diviso tra la riva “bianca” e la riva “rosa”. L’Italia delle riforme che ci hanno portato a mendicare anche il necessario è già storia di ieri. Quella di domani è tutta da scrivere. Sempre che non sia una scontata copia di quanto già abbiamo vissuto. Ogni incertezza andrà a ricadere sul Paese. Senza dimenticare che i potenziali elettori si sono stancati di una classe politica che non sentono più “loro”. Questa nostra sensazione interessa anche i Connazionali all’estero che continueranno a votare dai Paesi ospiti. La lezione del passato, che c’è stata propinata senza esclusione di colpi, dovrebbe, almeno, garantirci da successive fregature. Come a scrivere che far politica deve tornare ad essere un concetto serio.

Giorgio Brignola

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