su Innovatori Europei, L'Unità
Dare rilievo alla foltissima presenza italiana all’estero, significa pianificare un programma politico, sociale ed economico di grande significato e portata. Le nostre comunità all’estero aspettano quella legittimazione che la legge 459 del 2001 detta legge Tremaglia non ha potuto o voluto dare. L’impegno è portare nel paese questa linfa nuova composta da gente non contaminata dalle storture degli ultimi decenni. Impegnarsi affinché la legge venga modificata concedendo il voto per corrispondenza in Italia senza essere obbligati a recarsi in patria, è una priorità etica e morale oltre che una puntuale correzione costituzionale. Si pensi alla circoscrizione estero, una invenzione bizzarra, un recinto nel quale sono stati stipati uomini e donne come se fossero ovini. Questa folta rappresentanza italiana all’estero significa rapporti e relazioni con culture diverse dalla nostra, significa interscambio culturale e commerciale a tutto tondo senza voler contare le rimesse che nel dopo guerra hanno aiutato il paese a risollevarsi dalla miseria. Alla luce, però, della scarsa considerazione che questo mondo italiano vivo, vegeto e pulsante fuori dai confini patri, occorre una accelerazione che riporti questa umanità ad incidere, come da costituzione, direttamente in patria con il voto diretto. Gli scenari politici che si potrebbero aprire all’interno degli equilibri nazionali, sono in verità imprevedibili. Data l’enorme massa di votanti, quel partito che farà sua la legge “liberatoria” di un voto paritario con quello che esercitano gli italiani residenti in Italia, lo farà fortissimo. Sentiamo la necessità oramai improcrastinabile di scongiurare volontà avverse che vorrebbero l’eliminazione tout court del voto all’estero. E’ un atto di civiltà e di riconoscenza invece, oltre che di lungimiranza politica ed economica, fare in modo che questa immensa risorsa appassionata e fiera del proprio paese ritrovi la dislocazione che merita in patria.