L’annunzio delal nascita di Gesù e l’ingenuità di Benedetto XVI
Benedetto XVI, nel discorso pronunciato a piazza di Spagna, a Roma, ha detto: “La frenesia del nostro tempo ci impedisce diascoltare e vedere ciò che è veramente grande, di cogliere il mistero. Se l'angelo andasse dalla Vergine ai nostri giorni, giornali e riviste non se ne accorgerebbero… Maria, quel giorno in cui ricevette l'annuncio dell'Angelo, era tutta raccolta e al tempo stesso aperta all'ascolto di Dio. In lei non c'è ostacolo, non c'è schermo, non c'è nulla che la separi da Dio”. Io credo che se il Signore volesse comunicare qualcosa ad una sua creatura, questa lo ascolterebbe nonostante la frenesia del tempo in cui vive. Riguardo all’annunzio della nascita di Gesù, io credo che se i suoi discepoli narrassero oggi di quello straordinario evento, non parlerebbero di angeli messaggeri. Che bisogno avrebbe avuto il Signore d’inviare un angelo per comunicare qualcosa ad una sua creatura? A me pare una maniera ingenua di leggere il Vangelo. Il Signore comunica a Maria che concepirà il “Figlio dell’Altissimo” per opera dello Spirito Santo. Questa è la sostanza dell’evento narrato. La conversazione, naturale tra due persone, diventa perfettamente inutile tra Dio e una sua creatura. L’angelo e la conversazione con Maria sono solo una maniera di raccontare l’evento agli ascoltatori e ai lettori del tempo. Dio non ha bisogno di messaggeri. Così, quando Gesù dice: “O credi che io non possa pregare il Padre mio che mandi subito in mia difesa più di dodici legioni di angeli?” (Mt 26,53), è sin troppo ovvio che vuol dire: “O credi che io non possa difendermi da solo?”. Molti santi hanno dichiarato di ricevere direttamente comunicazioni da Dio, senza bisogno d’intermediari.
Renato Pierri