VOTO DECISIVO

Gli italiani all’estero sono milioni. Una fitta umanità che, volendolo, potrebbe determinare le sorti di una “maggioranza” politica in Patria. Il fronte della nostra Emigrazione riuscirebbe a giocare un ruolo importante sui destini di questo nostro Bel Paese. Le scelte d’uomini e partiti potrebbero essere decisi anche oltre frontiera. Ci sono i numeri e la maturità per poterlo fare. Non sappiamo, però, se ci sia veramente anche la volontà. Ma il loro status potrebbe, a maggior ragione, essere integrato in quella che riteniamo la “rinnovata” realtà nazionale. L’Italia del XXI secolo potrebbe ritrovare nei suoi Figli lontani una nuova dimensione. I segnali ci sono, anche se non ci sembrano ancora sufficientemente forti. Chi ha deciso di vivere lontano dalla Penisola, non ha rinunciato alle prerogative nel poter decidere sugli sviluppi della terra in cui à nato e ne ha mantenuta la cittadinanza. Il detto “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” non è più saggezza di un Popolo. Sarebbe troppo comodo trascurare questa realtà ed è, certamente, anche un grave errore tattico dei partiti nazionali che non hanno mai ben inquadrato le esigenze di un elettorato che è maturato lontano dalla Penisola. Ora che i “tecnici” stanno per lasciare il campo ai “politici”, riteniamo che siano maturate le condizioni per riconoscere le giuste rivendicazioni di chi è lontano col fisico, ma non col cuore, dall’Italia. Sarebbe opportuno fare intendere anche alle nuove Generazioni i destini di quelle che sono state costrette a lasciare la Penisola. La realtà dei tanti Connazionali nel mondo non è neppure evidente per chi non ha conosciuto il triste fenomeno dell’Emigrazione internazionale. Da noi, i termini CGIE e Com.It.Es. restano sigle “misteriose” che hanno un costo per tutti, ma con pochi e marginali riscontri pratici. Le strategie del Ministero degli Affari Esteri (MAE), in armonia con i tagli governativi, mantiene contenuto il livello d’interventi economici per gli italiani all’estero. E’ vero, per la carità, che i problemi della nostra Emigrazione sono vecchi di lustri, ma nessuno se n’è preoccupato più di tanto. L’Esecutivo, anche se la tramonto del suo atipico mandato, persevera nel considerare marginali le esigenze degli italiani che vivono altrove. Eppure c’è uno spazio vitale nel Paese che è loro da sempre e riconosciuto da mai. Il tempo delle promesse è finito. I nostri Emigrati intendono essere parte attiva anche nella loro terra d’origine. Con nuove proposte e meno condizionamenti. Accanto alla questione “rappresentatività”, si pone anche quello di “competenza” e della rinnovata “partecipazione”. In questo crepuscolo di 2012, ci sarà qualcuno, più coerente di altri, nel dare spessore al nostro dire? Ciò che ci preme resta, in ogni caso, la riconosciuta possibilità di un voto politico che possa anche essere indipendente dai partiti nati e rifondati in Italia. Chiediamo a chi vive all’estero di farsi sentire da chi è “sordo” per convenienza. Il voto degli italiani all’estero potrebbe essere decisivo per quel patto di stabilità che ora sembra essere venuto meno. Non per colpa loro.

Giorgio Brignola

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