Frena la Germania, stupisce la Francia male l’ Italia e la Spagna. Non se la passa meglio il Portogallo (-0,8%), mentre non sono disponibili cifre per Grecia e Irlanda.Nel giro di quattro anni e per la seconda volta, la zona euro è ufficialmente entrata in recessione facendo segnare una flessione del prodotto interno lordo per il secondo trimestre consecutivo. Da luglio a settembre il calo è stato dello 0,1%, contro lo 0,2% in meno registrato da aprile a fine giugno. Torna invece in positivo (+0,1%) il dato per l'insieme dei 27 membri dell'Unione Europea.Mentre dato sorprendente è il pil della Francia che è cresciuto dello 0,2% nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, dopo -0,1% nel secondo trimestre e una crescita nulla nel primo. Lo comunica l'istituto di statistica francese Insee aggiungendo che il dato acquisito per il 2012 è di un progresso dello 0,2%. Il dato è migliore delle stime che davano una stagnazione anche nel terzo trimestre.Secondo quanto comunica l'istituto di statistica tedesco il pil della Germania se è pure salito dello 0,2% resta stazionario nel terzo trimestre rispetto al secondo,. Il dato è in linea con le aspettative degli analisti. La crescita dell'economia segna però un rallentamento rispetto al +0,5% del primo trimestre 2012 e allo 0,3% del secondo.In Italia il pil è invece diminuito dello 0,2%; si tratta del quinto consecutivo in cui si registra un calo congiunturale del Pil. Tuttavia il calo di luglio-settembre è inferiore a quello dei trimestri precedenti (-0,8% nel primo e 0,7% nel secondo).Anche la Spagna resta invece in recessione nel terzo trimestre del per il quinto trimestre consecutivo, con un calo del pil dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti, quando aveva già segnato un arretramento dello 0,4%.Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” nel confronto su base annua, la zona euro ha perso lo 0,6% del suo PIL, l'Italia il 2,4% (comunque meno di quanto prevedessero gli analisti) e la Spagna l'1,6%. La loro situazione sta iniziando a contagiare anche gli Stati più solidi, tanto che frenano fra gli altri Austria (-0,1%) e Olanda (-1,1%). A titolo di paragone, la Germania risulta ancora in crescita dello 0,9%.