Sono proprio contento che presidente degli Stati Uniti d’America èancora Barack Obama e non Mitt Romney. Sono contento come quel servodel raccontino che alle elementari leggevo nel mio bel libro “Sol dimaggio”. Letto e riletto cento volte, anche perché in casa non c’eranolibri. E’ trascorsa una vita, anzi, mi sembra siano trascorse tantevite, ma il ricordo di alcuni di quei racconti è ancora vivo. Unservo, per ordine del padrone doveva portare in dono ad un gransignore un cesto di bella frutta matura. Il servo era indeciso seportare al gran signore fichi o mele. Alla fine, riempì il canestro difichi. Ma il signore non gradì il dono, o perché i frutti non eranbelli, oppure perché non gli piacevano, oppure perché aveva inantipatia il donatore (il motivo non lo ricordo), certo è che percelia o per dispetto fece legare il poveretto ad un albero, ordinandoai domestici di bersagliarlo con i fichi recati in omaggio. Il servoperò non se la prese, ed anzi, ogni volta che riceveva un fico infaccia, sorrideva ed esclamava: «Meno male che non son pomi!». Ecco,perché sono contento come quel servo: per me Mitt Romney è il cesto dipomi, e Barack Obama è il cesto di fichi. I fichi in faccia fanno menomale. Ma mi viene in mente anche un proverbio napoletano: “So’ ddojemaruzze: una fete e n’ata puzza”. La chiocciolina premio Nobel per lapace puzza un po’ meno.
Renato Pierri