Fiat voluntas delle Mogli degli Operai…

http://www.reset-italia.net/2012/11/02/fiat-mogli-operai-marchionne-lingott/#.UJQYuYVJdFQ

Quella che scrivo non è l’ ennesima rettifica Fiat, o un Dispaccio Marchionne alla stampa, del tipo : “Il rientro al lavoro degli oltre 1.000 dipendenti attualmente in cassa integrazione di Fabbrica Italia Pomigliano, con passaggio alla newco, “é unicamente condizionato dalla domanda del mercato dell’auto italiano ed europeo, attualmente molto al di sotto delle previsioni”. C’è che ho una nuova amicizia, stretta su Facebook: Comitato Mogli Operai Fiat (Pomigliano D’Arco), prima che quel signore aprisse la bocca…per propagare fetore con la stessa disinvoltura con cui gira, in pulloverino e senza cravatta, a confermare il suo misero Marchio…
Tornando alle Donne che è meglio, c’è quindi nuovo di zecca questo sito, anche in Rete se non si va su Fb, che si chiama Comitato Mogli Operai Fiat, ci sono varie sedi e un link http://www.comitatomoglioperai.it/.Ho trovato la loro Lettera Comunicato alla Stampa che allego, così come la notizia riportata dall’ Ansa e l’ annuncio dell’ Assemblea Pubblica il 24 novembre a Pomigliano, alle ore 10, nonchè un video che risale a giugno scorso DONNE IN LOTTA (le mogli degli operai FIAT di Pomigliano) dove dicono, a proposito anche dei sindacati…, che non sono in vendita. Non si lamentano, invitano a stare INSIEME e in lotta e a non rimanere a casa.
Vogliamo ricordarle, che me le hanno fatte tornare alla mente, le Donne Operaie Fiat ai cancelli di Mirafiori negli anni ’70?
Sono dalla loro parte, senza se ma e però, che sia sbagliata è un onore.
Doriana Goracci

LETTERA DELLE MOGLI DEGLI OPERAI di POMIGLIANO

Pomigliano, 30 ottobre 2012

Ciao, siamo le mogli degli operai di Pomigliano costituite in Comitato. Molte di noi si sono conosciute accompagnando i bambini a scuola, andando al mercato o dal fruttivendolo, e ci siamo ritrovate a confrontarci sui prezzi che salgono e sulla nostra battaglia quotidiana per far quadrare i conti tra libri per la scuola, ticket per la sanità e l’esigenza di arrivare a fine mese. Per molte di noi, in tutta sincerità, se non fosse per l’aiuto dei genitori sarebbe impossibile “tirare avanti”, specialmente con i nostri mariti da anni in cassa integrazione con quattro soldi al mese. Uomini costretti a vivere in solitudine il dramma di una vita che non conosce più svago nemmeno con i propri figli, e impossibilitati ad immaginare un futuro diverso e migliore per la sensazione di rassegnazione e sconfitta che comincia a far presa su di loro. E nello sconforto ci siamo ritrovate a parlare del passato e dei primi anni di fabbrica dei nostri mariti, quando le cose non erano come oggi: i figli erano piccoli, c’erano tanti impegni, si poteva pagare il mutuo e si andava anche a mangiare la pizza di sera! Poi arrivò Marchionne con il suo “piano”. UN “IMPRENDITORE ILLUMINATO”: lo dicevano il sindaco ed il vescovo, Il sindacalista ed il politico di turno, ed anche il farmacista, che si sarebbe costruita una fabbrica tutta nuova per produrre la “nuova” macchina che tutto il mondo aspettava: LA PANDA… VECCHIA DI 40 ANNI! Ne avrebbero costruite 280.000 all’anno con 20 miliardi di euro investiti dalla Fiat per tutte le fabbriche del gruppo. Ci illusero sulla prossima fine degli “stenti”. Fu forse anche per questo che non comprendemmo l’espressione sempre più cupa dei nostri mariti che in questo miracolo proprio non ci credevano perché, loro malgrado, il “miracolo” già lo stavano sperimentando sulla propria pelle. E per questo ci fu anche qualche litigio in famiglia. Oggi lo stesso Marchionne dichiara fallito il suo piano e il “rilancio” di Pomigliano si è rivelato il miraggio già previsto dai nostri mariti. Oggi fabbrica Italia è fallita con 2.150 addetti sempre più cassintegrati. Oggi Fiat Pomigliano ha chiuso cessando l’attività produttiva con oltre 2.000 cassintegrati in scadenza al 13 luglio 2013 e a così come la moltitudine dei lavoratori dell’indotto mentre “per tutti” si prospetta un futuro da disoccupati. Oggi come mogli, come compagne, come mamme, come “donne operaie” vogliamo scendere in campo accanto ai nostri uomini per un’unica lotta: quella per il lavoro, a cominciare proprio dalle fabbriche Fiat! Questo per salvare il presente ed il futuro delle nostre famiglie in un territorio già devastato dalla deindustrializzazione, dalla disoccupazione e dall’impoverimento: basta vedere i negozi che chiudono progressivamente per una crisi senza fine. E’ per questo che ti scriviamo, perché oggi è indispensabile anche e soprattutto l’impegno delle donne per rompere l’isolamento operaio e ricostruire insieme quei rapporti di forza necessari alla difesa del nostro presente e del nostro futuro. E’ per questo che ti chiediamo di costruire insieme l’Assemblea Pubblica delle mogli degli operai della Fiat che si terrà a Pomigliano il prossimo 24 novembre, ore 10, nella Sala della Biblioteca Comunale in Corso Vittorio Emanuele (Palazzo dell’Orologio). Ma questo è un impegno grosso e dovremo essere proprio in tante, ed è per questo che ti scriviamo: perché oggi, più che mai, è necessaria, anzi indispensabile, la tua presenza.

Comitato Mogli Operai Pomigliano
Pomigliano, in campo le mogli degli operai
Forse per la prima volta nella storia della lotta operaia nella Fiat di Pomigliano d’Arco, le mogli dei lavoratori indicono un’assemblea, invitando gli operai a lottare per difendere il proprio futuro occupazionale. L’iniziativa parte dal comitato delle mogli dei cassintegrati di Pomigliano, che con una lettera pubblica, “da donna a donna”, hanno invitato le ‘colleghe’ ad unirsi a loro, “per costruire insieme l’assemblea operaia a Pomigliano” che si svolgerà il 24 novembre, ore 10, nella Sala della Biblioteca Comunale. “Oggi che nessuno fa più misteri sul fallimento del piano Marchionne – spiegano le donne – e che la Fiat si sta sfilando dall’Italia delocalizzando all’estero, si prospetta un futuro da disoccupati per tutti i lavoratori, inclusi quelli dell’indotto. Come mogli, come compagne, come mamme, e come donne operaie, scendiamo in campo accanto ai nostri uomini per un’unica lotta: quella per il lavoro a cominciare proprio dalle fabbriche Fiat”.Le donne hanno anche una loro proposta a tutela dei posti di lavoro: “Nazionalizzare tutte le fabbriche del Lingotto – aggiungono – perché tutte già abbondantemente strapagate dalla collettività con finanziamenti pubblici incassati ed usati a discapito sociale”. Nella lettera aperta, che sarà anche inviata a casa degli operai, le donne del comitato raccontano di essersi conosciute “accompagnando i bambini a scuola, andando al mercato o dal fruttivendolo, e ci siamo ritrovate a confrontarci sui prezzi che salgono e sulla nostra battaglia quotidiana per far quadrare i conti tra libri per la scuola, ticket per la sanità e l’esigenza di arrivare a fine mese. E nello sconforto – proseguono nella missiva – ci siamo ritrovate a parlare del passato e dei primi anni di fabbrica dei nostri mariti, quando le cose non erano come oggi: i figli erano piccoli, c’erano tanti impegni, si poteva pagare il mutuo e si andava anche a mangiare la pizza di sera. Poi arrivò Marchionne con il suo ‘piano’. Ci illusero sulla prossima fine degli ‘stenti’, ma oggi lo stesso Marchionne dichiara fallito il suo piano e il ‘rilancio’ di Pomigliano si è rivelato il miraggio già previsto dai nostri mariti”.

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