LA SINISTRA E’ CAMBIATA

I Diessini hanno cambiato pelle. L’evoluzione dei Democratici diSinistra si è fatta tanto evidente da non poter escludere un’altratrasformazione del Partito di Bersani. I DS non sono più un pologranitico della “sinistra” italiana. Si sono modificati nelle finalitàe nelle idee. Il riformismo sembra aver lasciato il posto ad unPartito meno definibile. L’evoluzione politica nazionale, a questolivello, non ha risparmiato proprio nessuno. Le stesse elezioni“primarie” del prossimo dicembre saranno un importante riferimento percomprendere se esista ancora una “sinistra” italiana. Certo è che icomunisti di un tempo si sono dispersi per realizzare, coscienti omeno, ad una formazione politica sempre più incolore che, di fatto, harinnegato il suo passato. La diatriba tra “destra” e “sinistra” èfinita con gli ultimi bagliori dell’era Berlusconiana. Oggi, il PD èpiù inquadrabile tra i partiti moderati del centro; di ciò prendiamo,obiettivamente, atto. Col tramonto del PCI, non ci sono più statimomenti per ridare forza ad una sinistra nel senso più proprio deltermine. Il trasformismo interno, almeno per le prossime consultazionielettorali, non sembrerebbe avere buon gioco. Le lezioni politiche diquesti primi dodici anni del Nuovo Millennio non hanno soddisfattonessuno. Neppure i militanti più fidati. L’errore di percorso, che haportato un esecutivo “Tecnico”, ci ha fatto comprendere che ognivantaggio partitico è superato dai costi per il mantenimentod’alleanze che, in definitiva, di “nuovo” non hanno mai evidenziatonulla. Più che messaggi, nuovi o rinnovati, servirebbero interventirisanatori che la Sinistra non sarebbe in grado di garantire, né diproporre. Dopo l’Era di Berlusconi, i cambiamenti, frutto d’alleanzeprecostituite, non garantirebbero il futuro di nessuno. Anzi, sonostati la rovina per i più. Per dare un colpo al cerchio ed uno allabotte, ci siamo trovati in braghe di tela. Ed ancora grazie d’avermantenuto, almeno, quelle. Secondo il nostro modo di vedere, anche ilriformismo, se integralmente applicato, non porterebbe a nessunmigliore risultato. Il nostro futuro è sempre dipeso dalle decisionidi “altri”. Soprattutto dopo il varo dell’UE. Gli “altri”, tanto percapirci meglio, sono quelli che orbitano fuori del firmamento politiconazionale; ma ne condizionano gli sviluppi e gli atteggiamenti. Lavecchia sinistra, tanto cara ai nostalgici di prima della caduta delmuro di Berlino, è invecchiata ed ha esalato l’ultimo respiro. Suisuoi resti è rimasto un “deserto” tanto più sterile, quantomaggiormente privato da un reale cambiamento degli uomini che sonovenuti dopo. Se il “sogno” di Berlusconi è finito, quello di Bersanici piace ancor meno. Le radici storiche dell’Italia repubblicana cihanno insegnato che le certezze non possono esulare dalle linee di unprogramma politico che ne consenta la realizzazione. Oggi quel cheresta della Sinistra non ci permette più ottimistica previsione.

Giorgio Brignola

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