BUCCHINO (PD): SULLE NUOVE PENSIONI IN CONVENZIONE E L’IMPORTO SOGLIAMINISTERO E INPS CHIARISCONO SOLO IN PARTE. ECCO I PERICOLI PER EMIGRATI ECONVENZIONI

Premetto che il tema trattato in questo comunicato anche se molto tecnico edostico va affrontato per evitare che le convenzioni bilaterali di sicurezzasociale siano in un prossimo futuro vanificate e che i diritti previdenzialidei nostri connazionali residenti all’estero siano corrosi. L’Inps ha recentemente emanato (il 25/10/2012) una seconda circolare (la n.126) che tratta del problema relativo all’importo soglia applicato allepensioni in regime bilaterale (la prima riguardava i Regolamenti comunitaridi sicurezza sociale). Anche in questa circolare, come nella prima, l’Inps ribadisce – dopo averconsultato il Ministero del Lavoro – che ai fini della determinazionedell’importo soglia occorre considerare anche il pro-rata estero, in tutti icasi in cui tale requisito sia richiesto per la concessione di unaprestazione pensionistica. Sembrerebbe una buona notizia ma in effetti non èproprio così. Cerchiamo di chiarire. A partire dal 2012 nel sistemacontributivo la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata spettano acondizione che l’ammontare mensile della prima rata di pensione risulti nonessere inferiore ad un importo soglia mensile, rispettivamente di 1,5 e 2,8volte l’importo dell’assegno sociale, e cioè di circa 650 euro e di 1.200euro per il 2012, importo destinato ad aumentare sistematicamente ogni anno.Coloro i quali non maturano tali importi non avranno diritto alla pensione.Ora sappiamo che è verosimile che tali importi non possano esseresoddisfatti dagli spesso miseri pro-rata delle pensioni italiane inconvenzione, condizione che potrebbe essere peggiore in futuro quando siapplicherà il solo sistema contributivo che determinerà una riduzione degliimporti pensionistici italiani. In altre parole in futuro, considerato cheil fenomeno dell’emigrazione italiana sembra riprendere intensità, i nuoviemigrati i quali avranno versato – come d’altronde accadeva con i vecchiemigrati – un numero limitato di contributi nell’assicurazione italiana,rischieranno di non essere in grado di perfezionare il nuovo requisitointrodotto con l’importo soglia anche se avranno maturato sia l’etàpensionabile che il requisito minimo contributivo previsto dallalegislazione italiana per le pensioni di vecchiaia e di anzianità. L’Inps, consapevole di questa pericolosa situazione, ha nei recenti mesiemanato le due circolari summenzionate che cercano apparentemente dirisolvere il problema. Infatti l’Istituto previdenziale informa che, sia peri regolamenti comunitari che per le convenzioni bilaterali, ai fini delsoddisfacimento dell’importo soglia potranno essere presi in considerazionegli importi delle pensioni estere. E questo va bene, ma allora quale è ilproblema? Il problema è che può accadere che i lavoratori italiani chematurano il diritto a pensione in convenzione non siano ancora diventatititolari di pensioni o pro-rata esteri, oppure che la somma delle pensioniestere (immaginiamo i miseri importi delle pensioni latinoamericane) con ilpro-rata italiano non permettono di raggiungere l’importo soglia. In questicasi, anche se il diritto virtuale a pensione sarà soddisfatto conl’applicazione dell’accordo di sicurezza sociale (avendo maturato sia l’etàpensionabile che i requisiti minimi contributivi), in realtà non si avràdiritto alla pensione (pro-rata) italiana perché non sarà stato perfezionatol’importo soglia. La soluzione a questa non ipotetica e sciagurata eventualità, che potrebbeinteressare un gran numero di cittadini emigrati – i quali perderebberotutti i contributi versati in Italia nonostante il sistema delle convenzioni-, l’ho già indicata in una recente interrogazione al Ministro del LavoroElsa Fornero, la quale non ha ancora risposto (tanto per cambiare). Io ho proposto al Ministro, badate bene non per chiedere una agevolazioneper gli emigrati ma per invocare il rispetto delle disposizioni, dei criterie delle logiche che informano le convenzioni di sicurezza sociale, didisporre la presa in considerazione – ai fini del perfezionamentodell’importo soglia – della “pensione teorica” in convenzione e nondell’effettivo pro-rata (o pensione) estero. La pensione teorica è quellaalla quale il pensionato avrebbe diritto se tutta la contribuzione – esteraed italiana – fosse stata accreditata in Italia ed è quella che attualmenteè utilizzata dall’Inps per calcolare l’importo del pro-rata italiano, aprescindere dalla titolarità o meno di una pensione estera. Si tratta quindidi una formula (l’utilizzo della pensione teorica) già ufficialmenteadottata dal nostro Istituto previdenziale perché metodo convenzionale(previsto esplicitamente da tutti gli accordi stipulati dall’Italia). L’utilizzo della pensione teorica ai fini del perfezionamento dell’importosoglia salvaguarderebbe il diritto alla pensione dei nostri emigrati,sarebbe conforme al diritto internazionale e alle disposizioni previstedalle nostre convenzioni in materia di calcolo, eviterebbe il pericolo dellavanificazione delle convenzioni internazionali attraverso la loroinosservanza, ed infine eviterebbe la disparità di trattamento (questa sìincostituzionale) tra nuovi pensionati italiani in convenzione titolari unaparte di un pro-rata estero e non titolari, un'altra parte, di tale pro-ratao comunque titolari di un pro-rata estero molto basso che sommato allapensione italiana non raggiungerebbe comunque l’importo soglia.

On. Gino Bucchino

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