Boom di e-shop in Italia, raddoppiati i siti aperti nel 2012 rispettoall’anno scorso

Non crediamo, anzi speriamo che la classica bottega sotto casa rimarrànon rimarrà solo nei nostri ricordi, ma il trend di apertura di negozionline anche in Italia continua a non arrestarsi. Secondo alcune statistiche, infatti, il numero di nuovi di e-shopcontinua a raddoppiare di anno in anno. Basti pensare che ogni mesenel solo 2011 in Italia sono stati aperti circa 800 nuovi negozionline anche se al contempo alcune centinaia vengonocontemporaneamente chiusi ogni mese. I settori più in auge tra i nuovi e-shop sono quelli che nonconoscono, o solo in minima parte, la crisi ed in particolareelettronica, abbigliamento, profumi e libri. La tendenza principale, nel Nostro Paese in cui non manca l’arte diarrangiarsi, è quella di creare boutique elettroniche di piccoledimensioni che costituiscano una sorta di lavoro part – time, unafonte aggiuntiva di reddito rispetto a quello principale, solitamenteda lavoro dipendente. Ma proprio lo scarso tempo da dedicare è anche la principale causa percui molti ne vengono aperti ma anche tanti vengono chiusi. Per quanto concerne i dati aggregati a livello europeo, quellodell’e-commerce è uno dei settori in più rapida espansione se si pensache nel 2008 il mercato valeva 121 miliardi di Euro, e che è arrivatoa toccare i 171,9 miliardi nel 2011 segnando un + 42% un po’ menodelle previsioni che avevano azzardato il superamento di 200 miliardidi Euro l’anno scorso forse per una naturale contrazione determinatadalla crisi. Anche nel 2010 le vendite on line hanno sfiorato quasi il 20 % in piùrispetto all’anno precedente (+ 19,4%) arrivando a rappresentare il5,9% delle vendite al dettaglio sul totale di quelle effettuate nelVecchio Continente. Cifre da capogiro e che riguardano sempre più la generalità deiconsumatori europei, rileva Giovanni D’Agata, fondatore dello“Sportello dei Diritti”, che auspica un perfezionamento dellaregolamentazione che ha visto negli anni una serie di provvedimenti dilivello europeo già attuati nei paesi membri (si pensi al Codice delConsumo in Italia che ha fatto seguito a diverse direttive) ma ancheun maggior controllo del mercato on line che sta divenendo la nuovafrontiera per piccole e grandi frodi che vedono il coinvolgimento diuna criminalità cyber organizzata che ha puntato gli occhi per igrandi ricavi che si possono ottenere. È questo, conclude D’Agata, il settore che richiede più di tutti lanascita di un’unica polizia europea per le indagini e l’accertamentodegli specifici reati che vengono effettuati.

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